L’EVENTO
Varese incantata dalle stelle
Emozionano la città i Campionissimi dello sport riuniti alle Ville Ponti da Alfredo Ambrosetti

«Questo è il mio Giorno del Ringraziamento, la festa che più amavo negli Usa: sento il dovere di ringraziare il mondo dello sport che da quando sono nato ha sempre fatto parte della mia vita, una vita già molto fortunata». Parole commoventi pronunciate da Alfredo Ambrosetti in apertura della sua ultima creatura, l’evento “Campionissimi” ieri alle Ville Ponti: una “Cernobbio a cinque cerchi”, la celebrazione dei miti del pedale e dello sport di ieri e di oggi in un pranzo che ha riunito le famiglie di Coppi, Bartali, Binda, Guerra, Magni e Girardengo. E Vittorio Adorni, Felice Gimondi, Ivan Basso per il ciclismo, Franco Arese, Livio Berruti e Filippo Tortu per l’atletica, Toto Bulgheroni, Aldo Ossola, Dino Meneghin e Bob Morse per il basket, Pierpaolo Frattini (canottaggio) e Simona Quadarella (nuoto) per l’acqua, Stefano Codega e Barbara Gandini per Special Olympics.
Tutte stelle che hanno emozionato i tanti presenti con l’inevitabile amarcord, ma senza nostalgia fine a se stessa. E per rendersene conto era sufficiente godersi il siparietto fra l’erede di Mennea, il ventenne Tortu, e il veterano Berruti («è lui il mio mito, non Bolt»). Una bella atmosfera grazie ai video delle imprese proiettati sul grande schermo: da quelli in bianco e nero agli ultimi traguardi che danno gli stessi brividi superando gli steccati delle generazioni. Di sicuro brillano gli occhi di Ambrosetti, il consulente delle star, l’economista inventore dei Forum con i premi Nobel sul Lago di Como che mantiene alta l’asticella: «Grazie a mio padre, che organizzò i Mondiali di ciclismo del 1951 e inventò la Tre Valli, lo sport ha sempre fatto parte della mia vita. Binda, migliore amico di papà, mi diede il nome e mi tenne a battesimo. Io stesso, seguendo i dilettanti, ho imparato l’importanza delle strategie per vincere. Coppi? L’ho incontrato tante volte, era la persona più gentile al mondo. Bartali? A casa mia dopo una vittoria tutti sotto casa urlavano il suo nome e lui fece uscire sul balcone mio fratello che aveva lo stesso nome».
Tanti aneddoti spassosi hanno costellato la kermesse che ha visto la presenza di tutte le autorità: dal prefetto Enrico Ricci al questore Giuseppe Pepè, dal sindaco Davide Galimberti all’assessore allo Sport Dino De Simone, dal presidente della Camera di commercio Fabio Lunghi al segretario generale Mauro Temperelli. Non potevano mancare il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti e il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, il direttore della Prealpina, Maurizio Lucchi e l’editrice Daniela Bramati Ferrario, mentre a condurre sono stati Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta, Alessandra De Stefano e Beppe Conti della Rai e Claudio Gregori. In sala, nipoti e pronipoti dei campioni. Anche i figli di Coppi, Faustino e Marina: «Sono da sempre legato a Varese, è bello vedere che il ricordo di nostro padre resta vivo grazie all’impegno degli appassionati», racconta il primo. E Lina, la moglie di Binda, con le figlie Lauretta e Marta: il campione di Cittiglio, che era molto più grande di lei, un giorno le chiese «lei signorina sposerebbe un uomo della mia età? E lei rispose: no, io sposerei lei».
Vita privata e imprese pubbliche si mischiano in una perfetta unione all’insegna delle emozioni. Un’altra bella vittoria di un intero territorio.
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