VILLA TOEPLITZ
Varese, stop ai furti di girini
Volontari in campo a difesa degli anfibi che popolano vasche e fontane

«Giù le mani dai girini». Nonostante i cartelli, e i volontari che si danno il turno per sorvegliare le vasche di Villa Toeplitz, facendo attività di sensibilizzazione sul valore ambientale degli anfibi, continua imperterrito “il furto” dei girini.
Ci sono cartelli che spiegano perché è importante lasciare questi animali in pace, ma non basta. Quotidianamente si vedono bande di ragazzini alle prese con le catture. Li prendono con le mani e li fanno cadere in bottiglie e borracce, segnando la sorte degli anfibi.
A questo fenomeno se ne aggiunge uno più singolare: ci sono adulti che sostengono che le ranocchie appena formate vadano aiutate a uscire dalle vasche, e che le prendono in mano per metterle sull’erba. Anche questo comportamento - seppur fatto in buona fede o con le mani bagnate che non asciugano e quindi disidratano la pelle delle rane – è dannoso e inutile, tanto più che per aiutare gli anfibi ad uscire dalle vasche sono state posizionate delle rampe di legno (corredate ognuna da un apposito cartello di spiegazione).
Sono tre anni che il parco di Villa Toeplitz, dall’inizio di marzo alla fine di agosto, viene riconosciuto essere un gigantesco incubatoio di rane, rospi e salamandre. Gli esemplari adulti depongono le uova nelle fontane, dove nascono i girini che nell’acqua vedranno spuntare le zampe e, una volta compiuta la metamorfosi, divenute finalmente rane, si allontaneranno saltellando.
Non vengono prelevate e spostate nel bosco, come fatto tre anni fa a causa di un imminente intervento di manutenzione che richiedeva lo svuotamento completo delle vasche. Le uniche rane che vengono prelevate dall’acqua sono quelle adulte che, dopo aver deposto le uova nella vasca nei pressi del parco giochi e in quella vicino alla villa, spesso non riescono ad uscire autonomamente e rimangono intrappolate, rischiando di morire.
Il Comune di Varese, capofila di una rete di quattro associazioni (Legambiente, Rangers, Gev e Lipu), ha deciso di proteggere questi anfibi, evitando di mettere nelle vasche agenti chimici e facendo attività di sensibilizzazione sul loro valore ecologico. Se l’acqua delle fontane appare un po’ verde e stagnante è per non rovinare l’habitat di questi animali, che sono molto delicati.
Pochi sanno che da sempre il parco di Sant’Ambrogio ospita una nutrita popolazione di rane, tanto che nella vasca vicino alla villa un tempo c’erano quattro statue di rane andate poi distrutte, ma che sono state recentemente ricostruite sul modello originario.
Tra le varietà di anfibi che popolano il parco c’è anche la rana di Lataste, che è una specie endemica presente in particolare nella nostra provincia. A questa si aggiungono il rospo comune, la rana Dalmatina, la rana Temporaria, e la salamandra pezzata. Le rane sono importanti per la biodiversità e si nutrono di insetti spessi nocivi per l’agricoltura, e comunque nocivi per la collettività.
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