IL CASO
Varese, tante multe per affissioni: «Arrivano dopo tre anni»
Cicli Ambrosini: «Due bandiere scoperte con Google: 950 euro»

Ennesima segnalazione di sanzioni per le affissioni e i commercianti chiedono l’intervento del sindaco: «Ci sentiamo quasi taglieggiati».
La discussione sulle modalità di riscossione della tassa di affissione era già scoppiata qualche mese fa, dopo l’invio di alcune sanzioni da parte della società che gestisce la partita per conto della pubblica amministrazione. Multe salate e comprensive di more, perché relative ad accertamenti eseguiti negli scorsi anni, ma notificate solo a distanza di tempo.
LE PROTESTE
Un meccanismo in regola con le disposizioni comunali, ma che i commercianti reputano ingiusto e utilizzato in maniera impropria. Un esempio emblematico è quello di TD Group, azienda varesina partner degli eventi di canottaggio, che ha abbandonato gli spazi della rotonda sulla SP1 dopo che si è vista recapitare da Ica una sanzione di oltre trentamila euro per le affissioni intorno alla barca a remi degli ultimi quattro anni, che pensava di non dover pagare a fronte di un accordo di sponsorizzazione.
In questi giorni la polemica ha ripreso vigore, per via di una serie di accertamenti arrivati ai commercianti in contemporanea. Alcuni non vogliono esporsi in prima persona, perché hanno paura di ritorsioni, ma il titolare di Cicli Ambrosini, da settant’anni in attività a Varese, è talmente esasperato e amareggiato che ha deciso di metterci la faccia e denunciare una situazione che ha già sottoposto al comandante della Polizia locale, al sindaco Davide Galimberti e alla sua vice Ivana Perusin.
STREET VIEW
«Mi è arrivata una cartella da 950 euro per due bandierine che avevo esposto per tre settimane fuori dal negozio nel 2019 e che Ica ha visto utilizzando Street View di Google». Il problema sarebbe anche un altro. «Quando mi sono recato negli uffici di Ica per discutere della sanzione che reputo ingiusta, se non altro nei modi con cui è stata formulata, sono stato avvertito che i controllori della società di riscossione avevano anche delle foto di biciclette “parcheggiate” dai clienti fuori dal negozio in attesa di essere riparate e che potevano contestarmi anche il mancato pagamento dell’occupazione di suolo pubblico. L’ho letta come una minaccia».
Dal 1977 a Biumo Inferiore con la sua attività, Ambrosini si è rivolto direttamente all’amministrazione, raccogliendo anche le segnalazioni di altri colleghi commercianti, che hanno riscontrato lo stesso atteggiamento e un’altra tipica pratica che reputano eccessivamente punitiva: fermi amministrativi applicati per pochi giorni di ritardo con le scadenze dei pagamenti delle tasse di affissione. «C’è un’altra attività a cui viene addirittura chiesto di continuare pagare per una pubblicità invisibile, in attesa che loro escano a controllare che il cartello sia stato realmente oscurato».
LA REPLICA
L’invio delle sanzioni “in contemporanea” e riferite ad anni precedenti ha una sua spiegazione. «Perché veniamo da due anni di pandemia in cui l’attività è stata sospesa e posticipata - spiegano da Ica - Ci teniamo a sottolineare poi che gli interessi e le maggiorazioni hanno percentuali talmente ridicole che escludono una possibilità di lucro». Sul trattamento riservato ai commercianti Ica sottolinea che «noi emettiamo degli atti che non sono delle sentenze e siamo disponibili, come sportello, a valutare eventuali osservazioni e contestazioni».
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