MEDICO ACCUSATO DI TRUFFA
Varese, testimoni disertano il processo
Convocati dalla Puglia, in sette restano a casa: motivi di salute

Solo uno degli otto testimoni convocati dalla Puglia a Varese per il processo al medico accusato di truffa aggravata si è presentato ieri, giovedì 12 maggio, al palazzo di giustizia di piazza Cacciatori delle Alpi. Gli altri sette hanno inviato una giustificazione, per motivi di lavoro o, soprattutto, di salute.
Ma il Tribunale non si arrende: per il teste che non ha documentato l’impegno professionale che gli impediva di partire è stato disposto l’accompagnamento coattivo (quindi con le forze dell’ordine), gli altri sono stati riconvocati a fine settembre, con l’avvertimento che in caso di nuove assenze saranno disposti accertamenti medici.
Le testimonianze sono ritenute indispensabili per arrivare a una sentenza, di condanna o di assoluzione, per il dottor Alberico Motolese, ex direttore della Dermatologia dell’Asst Sette Laghi, oggi in servizio a Reggio Emilia. Asst varesina che avrebbe raggirato perché, pur percependo l’indennità di esclusività per aver scelto l’attività professionale intra moenia all’ospedale di Circolo, avrebbe ricevuto pazienti anche nell’ambulatorio del fratello a Martina Franca (Taranto), con un ingiusto profitto quantificato in 39mila euro. Il suo difensore, l’avvocato Marina Curzio, sostiene invece che non ci sono prove che le persone identificate dalla Guardia di Finanza nel 2017 fossero suoi pazienti poiché in quello studio riceveva regolarmente anche la moglie. Ma l’unica testimone ascoltata ieri ha raccontato un’altra storia: «Sono stata visitata due volte dal dottor Motolese in quell’ambulatorio. La moglie? Non la conosco, non sono mai stata in visita da lei», ha risposto al presidente del collegio Andrea Crema che le chiedeva conto della fattura, a lei intestata, relativa proprio a una visita con la consorte dell’imputato.
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