GIUSTIZIA
Tribunale, la fuga dei giudici
Tre magistrati lasciano Varese, uno va in pensione. Nuovi arrivi solo a settembre

«Prima i processi non si potevano fare per il lockdown, ora non si potranno celebrare perché mancano i giudici».
Il timore espresso da molti avvocati penalisti del Foro di Varese sta prendendo corpo in queste settimane a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Il rischio che nei primi mesi del nuovo anno molti procedimenti vengano rinviati per la carenza di toghe è, infatti, sempre più concreto.
Da mesi, del resto, si sapeva che nel 2021 tre magistrati della sezione penale sarebbero stati trasferiti - Stefano Colombo a Busto Arsizio, Valentina Maderna e Alessandra Mannino a Milano - ma la loro partenza era prevista per la primavera. Più che altro, ci si aspettava che il Ministero disponesse per loro un “posticipato possesso” del nuovo incarico in modo da permettere loro di rinviare l’addio a Varese ed evitare di lasciare il Tribunale scoperto.
Ma così non è stato: Colombo ha preso servizio nella nuova sede il 28 dicembre scorso, Mannino saluterà piazza Cacciatori delle Alpi dopo le feste, Maderna a febbraio. Mentre Cristina Marzagalli rientrerà solo a marzo dal distacco alla Corte di Giustizia europea.
Risultato? A fronte di una pianta organica di 26 magistrati togati, Palazzo di giustizia può contare solo su 21 presenze. Che in realtà, di fatto, sono 20, visto il “prestito” di Marzagalli. E che scenderanno a 18 entro poco più di un mese. Se la sezione civile non è più in emergenza grazie all’arrivo di tre nuovi giudici (Arianna Carimati, Valentina Leggio e Giulia Tagliapietra), le carenze sono tutte al settore penale. Il Csm ha già deliberato l’assegnazione di quattro Mot (magistrati ordinari in tirocinio), che però prenderanno possesso dell’ufficio solo dopo l’estate.
E così il Tribunale adesso deve lavorare a ranghi ridotti, con evidenti difficoltà anche solo per formare il collegio per i reati più gravi. Già, perché se per le udienze monocratiche sono disponibili anche tre giudici onorari (Davide Alvigini, Alessandra Sagone e Antonella Vitale), nel giro di poche settimane ci saranno solo tre togati: il presidente della sezione penale Orazio Muscato e i giudici Rossana Basile e Andrea Crema, da poco arrivato dalla sezione Gip/Gup e che ha ereditato i fascicoli di Colombo. Ma proprio il suo recente passato come giudice dell’udienza preliminare rischia di renderlo incompatibile in molti processi collegiali.
Non che al Gip siano messi meglio, visto che Crema era stato chiamato a sostituire Alessandro Chionna, sospeso con un provvedimento disciplinare del Csm fino ad aprile 2021. Al momento quindi tutto il lavoro pesa sulle spalle della coordinatrice Anna Giorgetti e di Giuseppe Fertitta.
Non solo: lo stesso Muscato sta per andare in pensione, a maggio dovrebbe pronunciare l’ultima sentenza per poi ritirarsi. Riducendo ulteriormente il numero di magistrati in servizio.
Già molti processi, quelli che non sarebbe stato possibile concludere in breve tempo con i giudici prossimi alla partenza, sono stati rinviati proprio per evitare che il fascicolo poi passasse ad altri magistrati con il rischio di dover rifare l’istruttoria da capo. A pagare le conseguenze di questa situazione ci sono anche processi importanti, come quello per il presunto abuso d’ufficio per i lavori alla piscina della Schiranna che vede il Comune parte offesa, prima slittato per incompatibilità del presidente Muscato, poi per il lockdown, infine per l’assenza del giudice Marzagalli. A maggio dovrebbe finalmente entrare nel vivo con l’esame di testimoni illustri, come il sindaco Davide Galimberti e il suo predecessore Attilio Fontana. Salvo nuove sorprese.
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