IL FENOMENO
Tutti a caccia di mascherine
Timore del coronavirus. Le protezioni esaurite nel Varesotto. Prese d’assalto le farmacie svizzere

Il primus virus - e la prima epidemia di paura - in era Social, non cancella il ricordo degli “spalloni” e nemmeno di cittadini in Canton Ticino alla ricerca di prodotti introvabili.
Vale anche per i dispositivi di protezione dalla trasmissione dei germi. Le mascherine sono esaurite ovunque, non solo all’aeroporto di Malpensa.
Scovarne una confezione nel Varesotto è impresa da Guinnes, come conferma il responsabile di Federfarma Varese, oltre 230 farmacia associate sul territorio: «Da giorni sono esaurite, anche dai principali quattro grossisti non ne hanno più e forse si potrà riavere qualcosa verso metà settimana», dice Luigi Zocchi, che è anche titolare di una farmacia a Lavena Ponte Tresa.
Un tutto esaurito che si ripercuote anche nelle farmacie del Canton Ticino. A Lugano, per esempio, dalle due farmacie interpellate (una vicina alla stazione, una sul lungolago) stessa risposta: «Tutto esaurito». A chiedere sono gli italiani in trasferta ma ance molti turisti, viene spiegato.
Idem nelle farmacie della provincia di Varese. «I cinesi e gli orientali chiedono anche disinfettanti in gel per le mani e molti raccontano che cercano di inviare il materiale e ai parenti in Cina, come hanno confermato alcuni cinesi di Ponte Tresa, in contatto con le loro associazioni di Milano».
Al momento sono però introvabili i presidi d protezione che sono consigliati a dire il vero per proteggersi da qualunque batterio o virus.
Ma quanto costano? Le mascherine più semplici si possono comperare a 4-5 euro alla confezione, che ne contiene cento, quelle più complicate e multistrato, con filtri particolari e più “robuste”, possono costare 20 euro al pacchetto, che ne contiene di solito dieci.
Ci vorrà comunque qualche giorno perché la filiera composta da fornitori-grossisti e farmacie possa fare arrivare dietro il banco le nuove mascherine tanto ambite, al punto che si fanno veri e propri viaggi verso il Canton Ticino e dalla Svizzera subito oltreconfine in cerca dell’introvabile.
C’è il fronte della prevenzione fai-da-te e della psicosi da contatto che fa correre in farmacia e vi sono le persone che telefonano in ospedale per essere rincuorate dagli infettivologi o si presentano di persona.
Sono due le persone che si sono autopresentate in questi giorni all’ospedale di Circolo e che sono state state sottoposte ai test per il coronavirus (coronavirus nel frattempo isolato alla Spallanzani di Roma).
Nessuna delle due è cinesi: una dell’Europa dell’Est e una italiana, che sono state sottoposte ai test per il coronavirus. Entrambe sono risultate negativi.
L’infettivologo Paolo Grossi ricorda che la trasmissione tramite “goccioline” cioè tramite saliva, avviene alla distanza di un metro. In sostanza , si deve avere un contatto molto stretto per essere infettati. O una persona infetta deve starnutirci addosso.
© Riproduzione Riservata