LA STRADA DEL BELLO
Un gioiello da Morandini
Via del Cairo si trasforma in percorso artistico

Il museo in una strada. O una strada museo. Un luogo dove passeggiare sull’arte e nell’arte. In via del Cairo, saranno posate pietre con quattro colori, bianco, grigio chiaro, grigio medio e nero al posto dell’asfalto. Un passo, e la luce si arradia in modo più intenso, un mosaico di colori e geometrie, scelte con sapienza da un maestro, il designer Marcello Morandini. Duecentotrenta metri di asfalto e incroci, marciapiedi, case e palazzi, spazi abbandonati da anni ma anche gioielli di antiquariato, in quella strada spezzata in due che è via del Cairo e che da anni reclama una riqualificazione, resa complicata, nonostante il recupero del giardino dedicato a Liala, all’incrocio con via Robbioni, dalla sua conformazione e dalla tipologia di servizi offerti e di esercizi commerciali sbarrati da tempo che ospita. Eppure in quella via c’è l’entrata della Fondazione Marcello Morandini, luogo di cultura meraviglioso e ancora poco conosciuto, che nobilita quella che altrimenti sarebbe una strada come tante, nel cuore della città.
Da qui Morandini, ottant’anni appena compiuti e splendidamente portati, ha dato il la a una simbiosi e a una scommessa non da poco: quella tra l’arte dentro (la Fondazione, negli spazi restaurati di villa Zanotti) e quella fuori, che ancora non c’è ma ci sarà tra qualche mese. Morandini ha infatti disegnato e pensato una strada tutta nuova, pavimentazione particolare, niente auto, verde che cambia forma come opere d’arte. Ha confezionato il pacchetto e lo ha regalato a Palazzo Estense. «Guardate il progetto con gli occhi e con il cuore», dice. E lascia che a declinare i dettagli sia l’architetto Corrado Tagliabue, mentre al primo piano della Fondazione c’è l’opera che ha ispirato il progetto, ora in fase preliminare, entro poche settimane in fase esecutiva.
Costo dell’intervento, 800mila euro in totale e fondi già individuati (come sottolinea l’assessore Andrea Civati, presente alla Fondazione anche il sindaco Davide Galimberti). I lavori, assicurano in Comune, dove da mesi i tecnici sono coinvolti nel progetto, cominceranno entro fine ottobre «e non si tratta solo dell’annuncio di un progetto», dicono gli amministratori.
Aspetto che tutti si augurano, quando un gigante dell’arte concreta e costruttivista e un promotore di interventi unici si muove per la sua Varese (Morandini è di origine mantovane) e dona un contributo importante ma lancia anche un appello «a tutti i professionisti che hanno l’obbligo morale di pensare a una città nuova», di dare il loro contributo creativo. Il percorso, nella strada, sarà reso tridimensionale grazie alla pavimentazione che si basa su linee e campiture «che si incontrano e determinano un ritmo, accompagnando così il movimento del pedone con vibrazioni e pause».
Opere fisse di artisti, corpi illuminati, arredo urbano, niente marciapiedi e un filare di Buxus sempervirens che consente potature geometriche a seconda dei periodi dell’anno: cubi, parallelepipedi, sfere di vegetazione. E poi panche per momenti di relax. Via le auto, naturalmente.
Primo passo di quell’ampliamento dell’area pedonale annunciato anni fa dal vicesindaco Daniele Zanzi, agronomo di fama che ha elogiato l’ideazione citando il Giardino dell’Architettura di Granada.
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