BELFORTE
Una rete per il Castello
Sfumato il bando europeo, la città e il sindaco Galimberti non si rassegnano. Tra le proposte, quella di copiare il “modello inglese” coinvolgendo privati

Che ne sarà del Castello di Belforte? Si va a caccia di un nuovo bando e spunta l’ipotesi di copiare il modello di Stati Uniti e Inghilterra.
Con ciclicità la riflessione sul futuro del Castello si ripropone alle amministrazioni chiamate ad esprimersi sul recupero del maniero in cui soggiornò Federico Barbarossa. E sono 14 anni - tanto è passato da quando qualcuno ha davvero messo mano al maniero - che si temporeggia sulla questione. Nel frattempo il bene monumentale belfortese si è progressivamente ammalorato e tutti i tentativi di recuperare fondi per sistemarlo non sono andati a buon fine.
L’ultimo in ordine cronologico è il progetto con cui si è candidata la riqualificazione del Castello addirittura ad un bando Europeo, l’Urban Innovation Act. Purtroppo l’idea varesina non è stata sufficientemente apprezzata e i 5 milioni di euro, con cui si era davvero sperato di poter recuperare quel che resta del monumento, sono sfumati.
Un duro colpo da digerire per chi, e sono davvero tanti, aveva lavorato al progetto e che nonostante l’ennesima delusione crede ancora di poterlo portare a termine. Magari spezzettandolo, visto che è pronto e sarebbe un peccato accantonarlo, e cercando altri bandi con cui portarlo progressivamente a compimento.
«Andiamo avanti e verranno cercate altre soluzioni», conferma anche il sindaco Davide Galimberti. E il monumento può contare oggi, a differenza degli anni passati, su una fitta rete pro Castello di Belforte di cui fanno parte le associazioni Italia nostra, Amici della terra, Istituto italiano dei castelli, Società storica varesina, Istituto per la storia del Risorgimento, Associazione mazziniana italiana, Associazione Varese per l’Italia 26 maggio 1859, Centro internazionale di ricerca storie locali dell’Università dell’Insubria, Fai delegazione di Varese, Verdi ambiente e società, Prospettive culturali per Varese, Ordine degli architetti, Fondazione comunitaria del Varesotto, Comunità pastorale Don Gnocchi - Parrocchia del Lazzaretto e Circolo di Belforte.
E poi c’è una nuova via per il Castello, suggerita da Bruno Belli, da anni animatore del dibattito culturale della città e che ha recentemente pubblicato una riflessione sulle priorità culturali e turistiche di Varese nel prossimo futuro. «Per il Castello di Belforte, che giustamente sta a cuore a molti varesini per il significato storico che esso ricopre – suggerisce - vi è la possibilità di intervenire tramite investimenti non certo onerosi, come molti ipotizzano, perché vi sono diversi metodi e differenti strade per riqualificare, rifacendosi, con gli opportuni “aggiustamenti” del caso, ad esperienze simili effettuate negli Stati Uniti ed in Inghilterra, coinvolgendo anche, soprattutto per i primi la cittadinanza».
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