DOPO 50 ANNI
Upim addio da luglio
Al posto dello storico grande magazzino un negozio cinese. Lavoratori a rischio

La notizia è piombata all’improvviso: dal primo luglio l’Upim di viale Milano chiuderà i battenti. Un annuncio che ha colto di sorpresa, come una doccia gelata, sia i dipendenti, ovviamente, sia i tanti varesini che nel corso di decenni erano passati dagli storici grandi magazzini di fronte alla stazione delle Nord.
Sì perché proprio quest’anno il punto vendita avrebbe compiuto mezzo secolo di attività. L’edificio, in base a quanto trapelato, in attesa di conferma ufficiale, potrebbe passare a una società cinese, che avrebbe avanzato un’offerta di affitto più vantaggiosa. Uno sviluppo non nuovo di questi tempi, come avvenuto già a Busto Arsizio con l’ex Carrefour di via Magenta.
La notizia della chiusura del negozio ha innescato apprensione anche nel sindacato che si occupa dei dodici lavoratori dell’Upim varesina. «Come organizzazione sindacale abbiamo già chiesto all’azienda di attivare nel più breve tempo possibile un tavolo di contrattazione finalizzato a ricollocare le dodici unità oggi in forza al punto vendita – spiega Giuseppe D’Aquaro, della Fisascat Cisl Varese-Como – ma resta sconcertante che si possano mettere in discussione posti di lavoro per motivi non dettati da crisi aziendali, soprattutto in questo periodo».
La comunicazione ai dipendenti, in base a quanto ricostruito dal sindacato, è stata data due giorni fa, «senza che fosse in alcun modo preventivabile, a causa dell’andamento positivo del negozio». La priorità ora è quella di tutelare i lavoratori: «Purtroppo sono diversi i tavoli di crisi aziendale aperti nel settore abbigliamento, ma trovarsi nelle condizioni di rischiare il posto di lavoro per il mancato accordo sul rinnovo di un affitto è un qualcosa che non si può accettare», continua D’Aquaro.
La Fisascat Cisl ha già inviato una lettera all’assessore al Commercio Ivana Perusin, affinché l’amministrazione comunale intervenga per quanto di sua competenza. «Negozieremo con Upim il ricollocamento del personale di viale Milano con estrema fermezza – conclude D’Aquaro -, consapevoli che perdere oggi anche un solo posto di lavoro può comportare difficoltà di ricollocamento straordinarie. Parallelamente però è necessario che, in collaborazione con le istituzioni, si monitori il rischio dei mancati rinnovi dei negozi in affitto, in un momento storico in cui la priorità non può essere il maggior profitto, ma la salvaguardia dell’occupazione».
Del resto il gruppo Ovs, a cui Upim è legato, non sembra attraversare difficoltà che possano in alcun modo giustificare il licenziamento di dodici persone. Per quanto riguarda il “marchio” ora resta da capire quali potranno essere gli spiragli di manovra, ma il timore è che Varese perda per sempre la “sua” Upim.
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