DUE RUOTE
«Varese merita un museo della moto»
L’appello di Enrico Minazzi al motoraduno Aermacchi: record di presenze

«La città merita un museo della moto: stiamo parlando di un territorio che nel secolo scorso contava 60 marchi del settore, da Aermacchi a Frera a Mv, che ha vinto tanti titoli mondiali e cresciuto piloti di fama. Invece manca la volontà istituzionale di farlo».
L’appello carico di amarezza arriva da Enrico Minazzi, presidente del Registro storico Aermacchi, in occasione del motoraduno tornato ieri alla Schiranna per la venticinquesima edizione.
Record di partecipanti sia al corteo (300 moto) sia al pranzo e ai momenti di ritrovo. «Davvero una bellissima domenica, salutata anche dal bel tempo - commenta Minazzi - Ma proprio per la presenza di tanti produttori e appassionati, sarebbe il caso di allestire uno spazio pubblico dedicato alla storia delle due ruote. Per ora ci sono soltanto iniziative private come l’esposizione di Gianpio Ottone, che potrebbero confluire in un vero e proprio museo sostenuto dal Comune, con mezzi da esposizione e da utilizzo, come accade per esempio in Svizzera. Avremmo tutte le caratteristiche per arrivare a questo risultato: siamo una terra unica per cultura motociclistica, ma non vediamo sensibilità su questo tema da parte dell’amministrazione. Io dico: torniamo a parlarne per arrivare a questo risultato».
Il motoraduno Aermacchi, con partenza dalla fabbrica MV Agusta, è ormai un appuntamento fisso di fine estate che ha richiamato appassionati anche da Olanda, Portogallo e Francia, più una delegazione di Reggio Emilia. Record di partecipanti e sicurezza assicurata dalla scorta di Polstrada e Polizia locale di Varese: il vicequestore vicario Leopoldo Testa era in sella a un modello Tv del 1971.
In pista anche Jean Claude Cousteau, ex campione che oggi ha 85 anni, oltre ad Angelo Tenconi e Alberto Pagani. Tutti presenti, dalla Schiranna alle strade della provincia, per rinnovare il legame fra il Varesotto e i motori di ieri e di oggi.
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