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I tamponi entrano nelle strutture residenziali anche nel territorio dell’Ats Insubria. Nel ginepraio di disposizioni nazionali e regionali sulla materia, un punto fermo riguarda il via libera a 11 test rapidi dal ministero della Salute: si dice che possono essere sottoposti a tampone gli operatori sanitari esposti a rischio elevato, ma anche gli operatori asintomatici delle strutture residenziali per anziani e le persone anziane con comorbilità.

Intanto nelle Rsa del territorio sono arrivate alcune comunicazioni da parte dell’Ats Insubria che indicano le procedure da utilizzare per l’esecuzione dei tamponi sia per il personale sanitario sia per gli ospiti. I dipendenti possono esser infatti sottoposti a due tamponi che certificano l’essere diventati negativi al virus (e quindi la possibilità di tornare al lavoro). Inoltre per i pazienti è possibili richiede ufficialmente l’esecuzione del tampone, nel caso il cui si tratti di pazienti sintomatici.

I volontari della Croce Rossa

Hanno cominciato dalla scorsa settimana, i volontari della Cri del comitato di Varese, a recarsi in alcune strutture sociosanitarie residenziali per eseguite i tamponi. «Finora ci siamo recati in due strutture, la residenza ai Pini di Besano e alla Sacra Famiglia di Cocquio, e abbiamo proceduto finora con i test, al massimo una cinquantina al giorno - spiega il presidente del comitato Cri di Varese, Angelino Bianchi -. Siamo tornati più volte nelle case di cura per completare i tamponi sui dipendenti e da domani, lunedì 6 aprile, continueremo con altre rsa». Il tema della sicurezza per gli operatori delle strutture sociosanitarie e dei controlli nelle case di cura e nelle residenze sanitarie è particolarmente sentito. In una prima fase della pandemia, infatti, in Lombardia era stato stabilito che solo le persone sintomatiche e che necessitassero di ricovero fossero sottoposte al tampone.

Barbara Zanetti

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