VIABILITÀ
Via Giordani, le auto cercano alternative
Con la chiusura per cinque mesi, il traffico si sposta su altre strade. Tra insidie, code e pericoli

Attenzione alle strade alternative a via Giordani: a una settimana dalla chiusura dell’arteria molto utilizzata fra la Schiranna e Masnago, a causa dei lavori al ponte sulla ferrovia, migliaia di automobilisti stanno studiando dei percorsi diversi per raggiungere scuole e luoghi di lavoro possibilmente in tempi non biblici.
I cartelli gialli con le deviazioni ci sono e sono ben visibili sia da nord sia da sud. Le scelte non sono molte, in effetti, quando dalla Lacuale si voglia raggiungere la parte alta della città o viceversa: si sale (o si scende) dai Ronchi di Casbeno venendo da Capolago, oppure da Calcinate del Pesce-Morosolo e da Bobbiate venendo da Gavirate.
Ma proprio queste strade, soprattutto al mattino, vengono prese d’assalto e caricate ulteriormente rispetto alla normalità, con problematiche aggiuntive.
Purtroppo la soluzione non esiste: nel senso che le strade sono quelle e per cinque mesi, il tempo di durata del cantiere, bisognerà armarsi di santa pazienza e di buonsenso.
Ognuna di queste salite o discese dal lago, infatti, ha delle caratteristiche potenzialmente pericolose, che vengono accentuate proprio dall’incremento esponenziale dei passaggi.
Calcinate del Pesce, la frazione lacustre del capoluogo, ha due strettoie in via Ponti, l’unica strada percorribile che porta fino a Casciago lungo “Il Morosolo”, come i ciclisti chiamano lo strappo fino alla rotonda dell’Esselunga di Masnago. Di solito bisogna già rallentare fino a fermarsi perché due auto non passano, figuriamoci quando il serpentone aumenta.
Vietata dunque la fretta, considerando anche un altro deterrente, come il passaggio a livello di Casarico, già un cruccio per le lunghe attese di una giornata normale senza deviazione.
Capitolo Bobbiate: via Macchi e via Daverio entrano nel cuore della frazione, dove ci sono molti esercizi commerciali, le Poste, le scuole e l’asilo, che impongono un’andatura al rallentatore, difficilmente conciliabile con la guida di nervosa di chi fugge dalle transenne.
E infine i Ronchi di Casbeno, anch’essi famosi per le scalate ciclistiche lungo i tre tornanti. In particolare dopo il tramonto, con l’abbassamento recente delle temperature, le curve diventano insidiose: molti lamentano velocità eccessiva e sbandate da parte di chi, magari, non è abituato a fare quella strada.
«Occorre più prudenza», chiedono a gran voce gli abitanti della zona. Almeno per altri cinque mesi.
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