IL PROCESSO
«Violenza dopo la festa a Creta»
Animatore varesino accusato da una turista di 15 anni. L’imputato accusato anche di lesioni

Deve rispondere anche di lesioni personali gravi il ventiquattrenne animatore varesino accusato di aver violentato, nell’estate del 2017, una quindicenne ospite del villaggio turistico in Grecia in cui il giovane lavorava come animatore.
In seguito a quel rapporto sessuale, infatti, l’adolescente finì in ospedale con una copiosa emorragia vaginale e fu sottoposta a un delicato intervento chirurgico, per poi venire ricoverata un paio di giorni in Rianimazione. Ieri, martedì 30 marzo, in Tribunale, una delle dottoresse che l’ha visitata al rientro in Italia ha parlato di «rottura dell’utero», lesione per la quale le sono stati applicati sessanta punti di sutura.
Nella seconda udienza del processo davanti al collegio (presidente Orazio Muscato, a latere Rossana Basile e Andrea Crema), è stata ascoltata la mamma della ragazzina, che ha ripercorso quel drammatico finale di vacanza. La famiglia, proveniente dalla provincia di Pavia, aveva scelto un villaggio di Creta per un periodo di relax e divertimento. La studentessa, classe 2002, fece presto amicizia con altri giovani ospiti e con l’équipe di animazione, in particolare con un animatore varesino, allora ventenne. E una sera di luglio, dopo uno spettacolo, i due si appartarono in un angolo del villaggio, al riparo da sguardi indiscreti. Che cosa successe? Solo i due protagonisti lo sanno, ma le loro versioni divergono. «Ho visto che era sporca di sangue sulle gambe e l’ho accompagnata a pulirsi. Dove? Al mare», ha riferito ieri un’adolescente che durante quella vacanza era diventata amica della vittima. Ma alle successive domande del pm Giulia Floris, ha risposto con una sfilza di «non ricordo». Ai carabinieri che la sentirono, quattro anni fa come persona informata sui fatti, però dichiarò: «Lei mi disse che avevano avuto un rapporto sessuale. Era preoccupata perché era la prima volta». La ragazza tornò in camera, la mamma si accorse della perdita di sangue e chiamò l’ambulanza. Quando si risvegliò dopo l’intervento urgente, la giovane raccontò di essere stata costretta a quel rapporto sessuale completo. Non solo: ricordò che già nel pomeriggio di quello stesso giorno aveva vissuto un momento di intimità con lo stesso animatore, il quale avrebbe preteso sesso orale. Due episodi che vengono poi messi nero su bianco nella denuncia presentata ai carabinieri di Pavia, ricostruiti nell’incidente probatorio davanti al gip e che portano al rinvio a giudizio dell’imputato. Il quale viene processato a Varese, in base all’articolo 10 del Codice di procedura penale, perché il reato è stato «commesso interamente all’estero» e quindi la competenza è del Tribunale della città di residenza.
Difeso dall’avvocato Veronica Ligorio, il giovane ieri era assente ma sarà ascoltato in una delle prossime udienze. Secondo lui, la ragazza era consenziente e l’emorragia sarebbe stata conseguenza della perdita della verginità. Determinanti, a questo punto, saranno anche i referti medici dell’ospedale di Creta, che devono essere tradotti dal greco. Nell’udienza del 28 settembre saranno ascoltati i testi della parte civile (la ragazza si è costituita con lo studio legale Novarini di Pavia).
© Riproduzione Riservata