SANITÀ
Varese: visite private per forza. Come chiedere il rimborso
Liste d’attesa, la riforma sanitaria: pochi lo sanno ma se non vengono rispettati i tempi, paga la sanità pubblica

Liste d’attesa in sanità. Esiste un modo per venirne fuori senza impazzire e senza per forza di cosa dilapidare i propri risparmi facendo visite private. Il modo, viene nella normativa della riforma sanitaria, eppure pochi conoscono l’opportunità.
Basta lasciare una traccia, al Cup, della ricerca vana compiuta per un appuntamento nei tempi indicati dal medico e quindi avvisare che si andrà privatamente.
Prima di procedere, bisogna inviare una raccomandata con tutti i dettagli all’Asst, altrimenti il rimborso non potrà essere richiesto.
In pillole, questo è il sistema da adottare. Vi sono varie priorità per le visite e gli esami strumentali e se il paziente non trova posto in tempo utile, dopo essere andato o aver telefonato al Centro unico di prenotazione, può inviare una raccomandata all’Asst di appartenenza - all’attenzione della direzione generale - nella quale precisa che non è riuscito a trovare l’erogazione nei tempi prescritti e che si rivolgerà alla sanità privata. Il passaggio è fondamentale: spesso si sblocca il tutto e viene trovato un posto prima che si faccia la visita in regime privatistico.
La spiegazione che abbiamo riassunto è di Giorgio Arca, segretario di Cittadinanzattiva regionale Aps (600 volontari circa in Lombardia; 400 cittadini aiutati per vari problemi sanitari nel corso del 2023 nell’ambito di Ats Insubria). «I cittadini possono venire da noi, abbiamo un modulo precompilato proprio per richiedere il rimborso - dice Giorgio Arca - . Noi aiutiamo a compilarlo e a cercare un posto dove volgere la visita o la prestazione: in ogni caso l’utente paga il ticket se previsto anche per una visita, per esempio, intramoenia».
E se è vero che a Cittadinanzattiva si rivolgono molti pazienti disperati per le attese in sanità, è anche vero che il gruppo di volontari fa di tutto per evitare l’ultima spiaggia del servizio privato e che ci riesce sempre o quasi, ad accorciare i tempi.
«La riforma sanitaria indica un personaggio, una figura professionale, chiamato Rua, cioè responsabile unico aziendale, che è addetto al controllo e alla verifica del fatto che le prestazioni vengano erogate nei termini prescritti - spiega Arca -. Devo fare i complimenti in particolare al Rua di Varese, cioè dell’Asst Sette Laghi, che ha svolto un lavoro straordinario in questi mesi». Il compito è di «trovare un posto nell’ambito dell’Ats Insubria nei tempi stabiliti».
Non sempre le scadenze delle priorità possono essere rispettate, purtroppo, «ma di certo i tempi sono molto ridotti grazie alla collaborazione con questa figura professionale». Il problema, soprattutto con persone anziane o con pazienti oncologici o fragili, è che la normativa cozza spesso con la logica. E cioè dice che la visita si può trovare in tempi più brevi nell’ambito di tutta l’Ats. Il che significa per l’Insubria, nell’ambio dei territorio di tre Asst: Sette Laghi, Valle Olona e Lariana. Tradotto: si può finire a fare un accertamento in provincia di Como. E non al confine con la provincia varesina. «Facciamo di tutto perché si ragioni anche utilizzando buonsenso e in casi particolari ci siamo attivati direttamente per trovare mezzi di trasporto o per avvicinare a casa il paziente».
Cittadinanzattiva - vicepresidente è Daniele Bonsembiante - risolve anche molti altri problemi: aiuta infatti a cercare un appuntamento. Il caso risolto durante l’intervista, per esempio, riguarda una visita reumatologica, «appuntamento trovato a Como per il 16 maggio - spiega Giorgio Arca -, invece di 30 giorni sono quasi 60 ma almeno è una visita in ospedale».
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