CORONAVIRUS
Boom a Cocquio, contagi su
La provincia di Varese registra un aumento di casi superiore alla media: 102. Pesano i tamponi positivi nella comunità Sacra Famiglia

Nella giornata più incoraggiante, Varese è una delle poche province che in Regione Lombardia non offre numeri troppo contenuti. Sono 102 i casi di coronavirus messi ulteriormente a registro nel bollettino di guerra di lunedì 6 aprile, anche se le ragioni che spiegano il fenomeno ci sono.
L'incremento dei contagi (ieri erano stati solo 43) dipende principalmente dalle notizie provenienti dalle case di riposo e dalle altre strutture comunitarie che, elaborando tamponi per decine di persone, hanno messo in evidenza il dramma che si sta vivendo al loro interno.
Un esempio su tutti è quello di Cocquio Trevisago, dove l'epidemia spaventosa fra ospiti e operatori della Sacra Famiglia ha fatto balzare i dati cittadini da 7 a 63 casi in poche ore.
Va dunque ricercata lì la causa di un incremento generale altrimenti ingiustificabile, tale da rendere questo inizio di settimana come la seconda data peggiore per il territorio dall'inizio dell'epidemia.
Ora il totale è di 1.293 casi certificati dal test (cifra sempre ampiamente sottostimata) e inseriti nel bilancio regionale, con un'incidenza di un cittadino ogni 750.
Come sempre va ricordato che i numeri che si trovano in tabella riguardano il fenomeno nel suo complesso - quindi comprendono sia i decessi che le guarigioni - e che sono assegnati alle città in base al domicilio (non alla residenza) con le tempistiche di inserimento nel sistema informatico.
Fra le singole città, i numeri delle realtà più infette non cambiano di molto: Busto Arsizio sale a 133 (+3 da ieri), Varese a 120 (+5) e Saronno a 93 (+1), mentre lievita proporzionalmente molto di più Gallarate fino a quota 74 (+5). Poi, a 63, c'è il caso di Cocquio Trevisago che, con 63 positivi certificati su meno di 5mila abitanti, rappresenta la città della provincia con maggiore incidenza del covid-19.
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