NEL VERBANESE
Il rumore salva i cinghiali
Stop alla caccia per non disturbare: il silenziatore è vietato

La polizia provinciale revoca i permessi ai cacciatori per il piano di abbattimento dei cinghiali a Verbania e nell’entroterra, in particolare in valle Intrasca e nell’Alto Verbano.
Il motivo va ricercato, spiegano dalla polizia provinciale, in una sorta di «clima inquisitorio» che si è venuto a creare. A comunicarlo è direttamente il comandante Riccardo Maccagno, con una missiva inviata a Prefettura, Questura e Provincia del Vco, oltre che al comando provinciale dei Carabinieri, ai Carabinieri Forestali e alla direzione generale dell’Asl Vco; documento che è stato inoltrato, per conoscenza, anche ai sindaci dei comuni di Verbania, Cannobio, Cannero, Valle Cannobina, Gurro, Trarego Viggiona, Oggebbio, Ghiffa, Premeno, Bee, Vignone, Arizzano, Caprezzo, Intragna e Aurano.
Comuni, questi, teatro di diverse incursioni di cinghiali nei centri abitati, al punto da rappresentare un pericolo per l’incolumità pubblica, senza contare i danni alle colture.
«Siamo stati interessati da insistenti richieste di aiuto per la risoluzione della problematica e abbiamo sempre posto in essere quanto possibile con le forze disponibili, ovvero agenti di polizia provinciale e collaboratori autorizzati, dando esecuzione a svariati interventi. A oggi nel solo anno in corso - scrive Maccagno - sono già 600 i capi abbattuti».
Ma poi sono sorti i problemi. «Nonostante l’impegno, soprattutto per i collaboratori che danno la propria disponibilità a titolo di volontariato, sono giunte diverse contestazioni, per lo più per il rumore degli spari. Preoccupazione certamente condivisibile, ma il rumore è inevitabile poiché, a differenza di Paesi quali Svizzera, Francia e Germania, qui non è concesso l’utilizzo di silenziatori nemmeno alle forze di Polizia demandate per legge al controllo della fauna selvatica. Sono poi pervenute al nostro comando richieste di atti e autorizzazioni da parte dei Carabinieri e Carabinieri Forestali, che adducono attività di Polizia Giudiziaria, preannunciando azioni di sequestro e azioni penali nei confronti dei collaboratori al piano di contenimento e non solo. Per questo, mio malgrado - evidenzia Maccagno - mi vedo costretto a sospendere le autorizzazioni ai collaboratori per le attività di contenimento dei cinghiali, poiché si assapora un clima inquisitorio nei confronti dei collaboratori stessi».
Dalla Prefettura chiariscono, tuttavia, che la polizia provinciale è tenuta ad avvisare in anticipo le forze dell’ordine sugli interventi di abbattimento di cinghiali in prossimità di aree urbanizzate e abitazioni, quando autorizza per tali interventi i cacciatori, come da accordi presi durante una riunione svoltasi lo scorso 6 luglio.
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