LA SENTENZA
WindTre condannata al rimborso
Dovrà restituire oltre duemila euro a un utente di Verbania per servizi mai erogati

Wind dovrà risarcire: lo ha deciso il giudice di pace di Verbania, condannando la compagnia telefonica a restituire a un cittadino 2.110,57 euro, oltre agli interessi e alle spese giudiziali dopo che questi aveva presentato ricorso contro alcune bollette della compagnia telefonica.
La vicenda aveva avuto inizio nel maggio 2017 quando l’utente aveva stipulato un normalissimo contratto per la sola navigazione Internet con limite di 30 giga per 20 euro al mese, da pagarsi con domiciliazione bancaria. WindTre Spa inspiegabilmente emetteva bollette molto esose, quasi da 700 euro a bimestre, con causali come «costo chiamate» o «servizi a sovrapprezzo». L’utente, accortosi dei prelievi dal conto corrente, revocava immediatamente la domiciliazione bancaria, formulava i reclami richiedendo la restituzione delle somme, ed esercitava il diritto di recesso dal contratto. Il «costo chiamate» era infatti tecnicamente impossibile in quanto l’abbonamento era dedicato alla sola navigazione internet, mentre i «servizi a sovraprezzo» non erano mai stati richiesti.
WindTre, non solo non ha fornito prova dell’effettivo utilizzo di tali servizi, ma addirittura ha continuato a emettere bollette esose come se il recesso non fosse mai avvenuto. L’utente, esasperato dal comportamento di Wind che negava la restituzione delle somme, è stato quindi costretto a rivolgersi alla giustizia ordinaria, intraprendendo la battaglia giudiziaria nel settembre 2019 e sfociata nella sentenza del giudice di pace.
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