SPACCIO
Via la coca da San Fermo
Conclusa un'indagine della Mobile durata 30 mesi: otto arresti e cinque denunce. A capo dell'organizzazione c'era una donna di 51 anni con i figli e il compagno

Otto arresti, all’alba di mercoledì 18 novembre, al termine di un'indagine della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Varese iniziata nella primavera 2013 e coordinata dal sostituto procuratore di Varese Sara Arduini. Nel mirino dell'operazione "San Fermo" un'organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, cocaina in particolare, sul territorio cittadino. Otto le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Alessandro Chionna, cinque indagate a vario titolo. Trenta le perquisizioni eseguite a carico di soggetti che, nel corso delle indagini, sono stati individuati quali acquirenti di cocaina.
Gli arrestati sono cittadini italiani e cittadini albanesi tutti residenti a Varese. Uno dei personaggi di maggior rilievo, è una donna, di 51 anni, F.P., residente nel quartiere di San Fermo, dal cui controllo prese il via l'intera attività d'inchiesta.
Tutti imparentati gli arrestati italiani: si tratta di madre, figli e compagno della prima. E’ la donna che fornisce le direttive ai figli e lo fa comunicando con linguaggio non tradizionalmente criptico, ma al contrario, fornendo pochissimi particolari. Ciò ha reso ancor più complessa l’indagine, che si è concentrata sui pedinamenti e sull’osservazione dei personaggi. La donna e i suoi "collaboratori" prestavano molta attenzione negli spostamenti, non muovendosi mai con grossi quantitativi in auto, per evitare l’arresto. Tutto nell’ambito di un quadro sociale degradato che vede anche la presenza di figli minori, spesso portati a bordo dell’auto per non essere sottoposti a controlli.
Non tutti gli arrestati hanno un’attività di lavoro ed hanno come unico sostegno economico la droga. Si rivolgono agli albanesi perché certi di trovare la droga; uno di questi, irregolare sul territorio nazionale, è stato espulso dall’Italia e poi rientrato, violando le norme sugli stranieri. L’indagine ha permesso di dare un’interruzione decisiva all’attività di spaccio a San Fermo; non solo, ma ha consentito di evitare l’ulteriore propagarsi dello spaccio, poiché il raggio di clienti che si trasformano poi in ulteriori spacciatori per reperire il denaro utile all’acquisto di droga, si stava ampliando a macchia d’olio.
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