LA PROPOSTA
Progetto orto botanico attorno a Villa Baragiola
Ecco come sarà il nuovo giardino varesino, fate comprese

Se ne parla da anni, senza che sia mai stato possibile concretizzare l’idea, ma presto anche Varese potrebbe avere un giardino botanico, con essenze arboree antiche e tecnologie per guidare i visitatori alla scoperta di fiori e piante. La proposta è di Orticola Varesina, associazione costituitasi nel 1902 e presieduta da Enrico Gervasini. Il giardino botanico figura come parte integrante del progetto di recupero di villa Baragiola classificato al 56° posto nel bando PinQua. Sarebbe realizzato con circa il 10 per cento dei 15 milioni che dovrebbero essere erogati dal ministero per le Infrastrutture all’invio della progettazione esecutiva.
«Un tempo a Varese c’era un piccolo orto botanico fra via Copelli e via orto Botanico: qualcuno ha fatto in tempo a visitarlo con la scuola alla fine degli anni 50», racconta Pietro Romeo, ingegnere e vicepresidente dell’associazione Orticola, che ha coinvolto nel progetto il proprio Studio Romeo Associati (con i figli Stefano e Antonio) e parte dei soci di Orticola, il cui numero è cresciuto da 40 a 75 sulla spinta dell’entusiasmo portato da questa iniziativa, che è in lavorazione dal 2018. Anno in cui il sindaco Davide Galimberti incoraggiò lo studio del progetto, essendo però da subito molto chiaro sulla mancanza di fondi per concretizzarlo.
Ma adesso che le risorse necessarie dovrebbero arrivare, il sogno può trasformarsi in realtà. Il giardino botanico che nascerà a Villa Baragiola (quindi a Masnago) abbraccerà l’intero parco, dalle vecchie cascine, alla serra Liberty, alla zona ex frutteto, fino al bosco ceduo sul torrente Vellone, il tutto su una superficie stimata di circa 5.500 metri quadrati. «Nel nostro progetto le vecchie cascine verranno ristrutturate per creare un’aula magna di botanica e un paio di aule didattiche a uso laboratorio, nonché una piccola biblioteca scientifica dedicata, provvista di servizi igienici e di un chiosco bar», continua Romeo.
A fianco delle vecchie cascine sarà creato un orto per l’ortoterapia per i pazienti della psichiatria dell’ospedale che oggi, per praticare la medesima attività, devono recarsi a Laveno Mombello.
Unico a Varese, a Villa Baragiola sboccerà un “giardino delle fate”, dove verranno piantati i tuberi della Dioscorea Batatas, detta anche “la radice della luce”, nonché un parco inclusivo (simile ma più piccolo di quello recentemente realizzato a villa Mylius) con giochi per tutti i bimbi compresi i diversamente abili.
Poi un camelieto invernale e primaverile, con camelie da thè, azalee, rododendri. Saranno ristrutturati il roseto liberty e i percorsi del bosco fino a creare un percorso vita. Sarà recuperata la serra Liberty e ne saranno costruite di nuove sulla collina.
Il progetto prevede il restauro della galleria in mattoni a vista dell’ex rifugio antiaereo, che all’occorrenza potrà essere utilizzata per stoccare la frutta. Ci sarà, infatti, un frutteto con piante da frutta antiche e di varie specie, oltre alla creazione di zone con piante officinali ed aromatiche.
Hanno lavorato attivamente al progetto Fabrizio Ballerio, Piero Zuccato, Luciano Pepi e Fabrizio Salto per la tecnologia Smart Park. Stefania Barile, professoressa del liceo Manzoni, ha un ruolo di coordinamento.
Parteciperanno alla creazione del giardino botanico: la cooperativa “Non solo pane”, Asbi (associazione spina bifida Italia), l’Asst dei Sette Laghi, l’osservatorio astronomico Schiaparelli, altre associazioni naturalistiche presenti sul territorio, e l’università dell’Insubria.
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