IL CASO
Violenza alla festa tra minorenni
Sedicenne indagato per abusi su un’amica di 14 anni. Ieri incidente probatorio a Milano col racconto della vittima, che in seguito a scuola è stata anche bullizzata

Una festicciola in casa con cinque ragazzi tutti minorenni, tra i 14 e i 16 anni. Alcol e stupefacenti. L’approccio di un sedicenne nei confronti di una compagna di classe all’epoca ancora quattordicenne, seguito da molestie sessuali sempre più pesanti e poi da un vero e proprio tentativo di stupro, che non riesce grazie all’intervento nel bagno di casa di un’amica della giovane. È quello che sarebbe accaduto nell’aprile dello scorso anno in un paese non lontano da Varese e che ora è al centro di un’inchiesta della Procura dei minori di Milano. Indagato è un ragazzo nato nel 2006, difeso dall’avvocato Fabio Margarini, a cui è contestato il reato di violenza sessuale con le aggravanti dell’uso di «sostanze alcoliche, narcotiche e stupefacenti» e di aver agito «nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni 18».
Ieri la vittima, che oggi ha 15 anni e che è assistita dall’avvocato Nicola Arnese, ha ricostruito quella drammatica serata a Milano, al Tribunale dei minori, testimoniando in un incidente probatorio disposto dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della Procura, così che le sue parole siano “cristallizzate” come prova per il futuro: un’audizione protetta che si è svolta con l’assistenza di una psicologa. E in questa storia già di per sé terribile c’è anche un seguito inquietante: la ragazza negli ultimi mesi è stata anche vittima di bullismo nella scuola che frequenta a Varese con il suo presunto violentatore, ora in un’altra classe: proprio alla vigilia dell’incidente probatorio qualcuno ha messo infatti vernice rossa sulla sua sedia e in precedenza amici del ragazzo le avrebbero fatto osservazioni sgradevoli collegate a quanto denunciato alla festa.
In quella sera dell’aprile 2022 i ragazzi procedettero all’acquisto di gruppo di sostanze alcoliche e stupefacenti, che poi assunsero, e per questo all’indagato è contestato di aver approfittato delle condizioni di inferiorità psicofisica della ragazza. All’inizio ci sarebbero state carezze seguite da palpeggiamenti, ma poi la situazione sarebbe degenerata senza che la vittima, rimasta sola con il sedicenne, riuscisse a fermarlo. E infine l’amica l’avrebbe salvata dallo stupro quando era già sdraiata a terra in bagno.
Dal punto di vista difensivo, la vicenda viene letta però in modo diverso: si sottolinea che proprio a causa dello stato di alterazione di tutti i partecipanti alla festa, l’accaduto è stato ricostruito dalla vittima a posteriori, mettendo insieme «frammenti mnestici» condivisi con gli amici, e si sottolinea anche che l’approccio intimo da parte del sedicenne sarebbe avvenuto sulla base della convinzione che fosse in corso un rapporto consensuale.
© Riproduzione Riservata