TRA I MUGUGNI
Vocogno, la messa in latino è finita
Decisione del vescovo: con l’inizio dell’Avvento celebrazione in italiano

Niente più messe in latino a Vocogno. La decisione è stata presa, a far tempo dal prossimo 27 novembre, direttamente dal vescovo della Diocesi di Novara. monsignor Franco Giulio Brambilla con un comunicato, emanato lo scorso 1 novembre, sull’applicazione del Motu Proprio Traditionis custodes di papa Francesco, con cui ha infatti stabilito che non verrà più celebrata la messa in latino nella parrocchia vigezzina di Vocogno, come pure nella chiesa dell’ospedale San Biagio di Domodossola, precisando che, a far tempo dalla prima domenica di Avvento, «Il gruppo dell’ospedale di Domodossola si unirà al gruppo della chiesa di Vocogno, per celebrare la messa secondo il Missale Romanum (1962) nel Santuario di Re». Sempre nel comunicato viene sottolineato che «Il vescovo concederà la facoltà di celebrare solo a quei presbiteri (art. 5 di Traditionis custodes) che riconoscano esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002, e si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana». E così nella chiesa di Vocogno (frazione di Craveggia) verrà riattivata la messa domenicale in italiano. La decisione del vescovo ha subito sollevato le proteste dei parrocchiani di Vocogno (alcuni dei quali provenienti anche dal Varesotto, alla domenica e durante le diverse festività, non solo in estate) e del gruppo di fedeli dell’ospedale San Biagio, che difendono la messa in latino e si schierano con i due parroci che finora l’hanno qui celebrata,don Alberto Secci e don Stefano Coggiola. I fedeli non sono intenzionati a rinunciare alla loro messa e hanno già scritto diverse missive al vescovo, chiedendo di rivedere la sua scelta.
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