IL VIAGGIO
Avvocati varesini nell’hotel della strage
Delegazione dell’Ordine al convegno internazionale organizzato in Tunisia: «Esperienza nel segno della solidarietà»
Ombrelloni e lettini schierati in file ordinate sulla spiaggia, la sala convegni piena di persone, tutte le stanze occupate. All’Hotel Imperial di Sousse, in Tunisia, un clima così non lo si vedeva dalla vigilia del 26 giugno di due anni fa, giorno precedente alla strage compiuta da un militante dell’Isis che uccise 38 persone colpevoli soltanto di trovarsi lì in quel momento. Ebbene, negli ultimi tre giorni il resort ha ospitato un convegno internazionale con avvocati italiani e tunisini, tra cui quelli insigniti del Premio Nobel per la Pace del 2015 membri del Quartetto per dialogo nazionale“. Al centro del dibattito, gli aiuti che il Consiglio nazionale forense italiano può offrire alla democrazia tunisina. L’iniziativa è stata ideata dall’Ordine di Oristano e, nel segno della solidarietà, ha coinvolto oltre quattrocento avvocati provenienti da ogni regione d’Italia.
Non ha fatto eccezione l’Ordine varesino, presente con una piccola delegazione formata da tre rappresentanti: Giacomo Mastrorosa, Tania Daverio e Alessandro Mario Malnati. «Quando è stata pubblicizzata questa iniziativa – spiega Mastrorosa, che è anche vicepresidente dell’Associazione giovani avvocati di Varese - abbiamo deciso di partecipare soprattutto perché l’esperienza sembrava interessante da un punto di vista formativo professionale e occasione per conoscere colleghi di realtà differenti e non capita quasi mai di partecipare a convegni internazionali». Il sentimento è però subito cambiato: «In realtà si tratta di qualcosa di più profondo – prosegue il legale -, perché la nostra presenza è un simbolo di quello che la cooperazione e la solidarietà, anche professionale, può fare con poco. Dalle nostre realtà provinciali, abbiamo aiutato a testimoniare come il terrorismo abbia successo soprattutto quando si radica negli istinti delle persone. Nessuno dopo gli attentati di Parigi ha pensato di smettere di visitare la Francia, qui il turismo è collassato. Quindi in parte lo scopo è aiutare simbolicamente a far ripartire il settore in Tunisia».
Non è tutto: «È stata anche un’occasione di arricchimento per noi, che più che categoria di individui dovremmo pensare come una comunità che ha la possibilità di fare molte cose, tra cui veicolare e rafforzare, con i nostri strumenti, pace e democrazia – conclude Mastrorosa a nome della delegazione varesina -. Una frase molto bella detta qui è stata “un giorno finalmente arresteranno tutti i terroristi, noi li difenderemo. E quando ci chiederanno il perché, noi diremo che non difendiamo il terrorista ma l’uomo.” Per noi varesini, penso sia costruttivo pensare che da una realtà così diversa e piccola si può fare un gesto che ha grande significato, contrastando il terrorismo lì dove pensa di essere più forte, dicendo: “noi non abbiamo paura“».
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