Centrodestra
Berlusconi lancia "contenitore". Ma a Salvini sta stretto
Domani incontro a Arcore. Leader Lega: ok collaborare, no fusione
Roma, 22 giu. (askanews) - "Parleremo degli attaccanti del Milan". Non è la prima volta che, alla vigilia di un incontro con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini sceglie di fare il vago e buttarla sul calcio. Eppure quello in programma per domani sera ad Arcore tra il leader della Lega e quello di Forza Italia è un colloquio stra-annunciato, segno probabilmente che non si tratta di nulla di campale, visto che per quelli di solito si preferisce la segretezza.
Non che i nodi non esistano, primi fra tutti quelli della leadership e del futuro del centrodestra. Ma senza dubbio, certi toni ruvidi verso gli azzurri dei giorni pre-elettorali, si sono attenuati nel segretario del Carroccio. Il quale, d'altra parte, è ora convinto di poter gestire la trattativa da un punto di forza e questo cambia inevitabilmente il rapporto con il Cavaliere.
I nodi, dunque, ci sono, ma probabilmente c'è anche tempo per affrontarli e questo è più che altro il momento in cui si cominciano a scoprire le proprie carte. Le sue Silvio Berlusconi ha deciso di cominciare a giocarle attraverso un'intervista a 'Il Giornale'. E' la prima volta che l'ex premier parla dopo le Regionali, "era giusto fare chiarezza su una serie di cose scritte e lette in questi giorni", spiegano dal suo staff. Una su tutte: non c'è nessuna intenzione di dare vita a un Nazareno bis.
Il cantiere che Berlusconi vuole aprire, infatti, guarda a destra e, dunque, a Salvini. Lo chiama "contenitore", termine non brillantissimo. Ma l'idea è chiara: "Occorrerà realizzare - spiega il leader azzurro - un contenitore più ampio, del quale Forza Italia e la Lega siano parte, che si rivolga non solo ai partiti, ma anche alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti di opinione, ai cittadini non organizzati in partiti".
Un contenitore che sta evidentemente stretto a Salvini. "La Lega - spiega - non si fonderà, gli esperimenti delle fusioni non riescono", "si può ragionare, si può collaborare, ma le fusioni no". Una sonora bocciatura della proposta del Cavaliere arriva da Roberto Maroni. "Mi sembra una cosa deprimente parlare di contenitore, un partito - dice il governatore lombardo - è una cosa viva e fatta di gente, popolo e passione", Berlusconi "ha un'idea della politica un po' troppo aziendalista e noi abbiamo un'idea popolare". Di certo, comunque, il primo banco di prova saranno le comunali del prossimo anno e in particolare la scelta del candidato sindaco di Milano.
L'ex premier rinvia invece a un secondo momento la questione della leadership: "Non è un problema all'ordine del giorno", sostiene. Ma la partita di Salvini, al contrario, si gioca anche su questo punto. Come dimostra l'idea di rendere la Lega un partito nazionale che tanto ha fatto storcere il naso a Umberto Bossi.
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