VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA
Besano: «Io nell’esplosione di 3.500 chili di tritolo»
Cerimonia e incontro col carabiniere Antonio Altavilla, sopravvissuto della strage di Nassiriya. «Andiamo orgogliosi di essere italiani»
Un carico con 3.500 chili di tritolo. Un’esplosione inaudita: 28 vittime, di cui 19 italiane (12 carabinieri, 12 soldati dell’Esercito, 2 civili). A vent’anni da strage di Nassiriya (12 novembre 2003) ha parlato ieri sera, venerdì 6 ottobre, a Besano il sopravvissuto di quella tragedia il maresciallo dell’Arma Antonio Altavilla, che era in missione di pace a Nassiriya, in Iraq, nel contingente italiano. Una testimonianza la sua preziosa perché non ama finire sotto i riflettori. L’ha fatto, a Besano, in occasione della cerimonia solenne al parco dedicato alle vittime di Nassiriya, dove è stata deposta una corona ai caduti e accanto al monumento c’erano due carabinieri in lata uniforme. Presenti i rappresentanti di tutti i corpi e delle istituzioni. Il sindaco Leslie Mulas ha poi introdotto la serata di dibattito, alla sala polivalente, in cui il maresciallo Altavilla ha raccontato il prima e il dopo dell’esplosione. «Era una mattinata tranquilla, sono andato a vedere le partenze, non ero tra quelli che dovevano rientrare in Italia». Poi, raffiche di mitra e l’esplosione. Di lui, Altavilla, c’è l’immagine dopo la strage, barcollante e col volto ricoperto di sangue. Cinque mesi negli ospedali: era dato per spacciato, l’elenco delle vittime già lo includeva. Ma poi: «Il miracolo». Con un obiettivo di vita: rientrare in servizio nell’Arma. Obiettivo raggiunto due anni fa. Il maresciallo Altavilla, oggi 58enne, ha tenuto a precisare che le missioni di pace hanno lo scopo di aiutare, supportare le popolazioni locali. E che tra tutte le forze internazionali, il contingente italiano è sempre il più apprezzato e rispettato dalle popolazioni locali. «Perché questo è nelle direttive. Ma anche perché è il nostro carattere di italiani». Ha concluso osì: «Dovremmo andare orgogliosi della nostra italianità». Un eroe. In sala, anche il vice presidente del Consiglio regionale, Giacomo Cosentino. Commosso, in prima fila, il comandante della Stazione dei carabinieri di Porto Ceresio, Salvatore Sambataro.
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