IL FENOMENO
Bullismo offline e online, cosa c’è da sapere: incontro a Busto Arsizio
Il 7 febbraio sarà la Giornata Nazionale contro tali comportamenti aggressivi. Parlano gli specialisti Calcaterra e Sciorra
«Di bullismo e cyberbullismo fortunatamente si parla sempre di più, benché a volte in modo poco preciso, anche perché sono fenomeni che, purtroppo, riguardano un numero crescente di bambini e ragazzi - afferma il dottor Andrea Calcaterra, responsabile della S.S.D. Governo Psicologia Clinica del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze di Gallarate - Partiamo dal bullismo: si tratta della messa in atto, da parte di un individuo o gruppo di individui, di un comportamento aggressivo nei confronti di un coetaneo, che si caratterizza per essere intenzionale, persistente nel tempo e portatore di uno squilibrio di forza/potere nella relazione, a scapito della vittima».
E il cyberbullismo? Allo stesso modo del bullismo offline, è una forma di prevaricazione intenzionale e ripetuta nel tempo, condotta da un individuo o da un gruppo di individui - mediante strumenti elettronici (internet e tecnologie digitali) - contro una vittima impossibilitata a difendersi.
Vi è un legame tra bullismo e cyberbullismo, ma vi sono anche sostanziali differenze e specificità, basate sulla presenza/assenza della componente fisica/corporea, che può implicare o meno una conoscenza reale tra bullo e vittima, peraltro non certo da escludere anche nel caso del bullismo online. Inoltre, il bullismo tradizionale è un fenomeno circoscritto a determinati momenti della giornata, ad esempio l'orario scolastico, mentre il cyberbullismo continua “sempre” e “ovunque”, senza limiti di tempo o di spazio. La frequenza e la gravità del bullismo, sia offline sia online, possono ovviamente essere di diversa entità.
«Il cyberbullismo amplifica le caratteristiche di quello in presenza: si tratta di un fenomeno complesso e sfaccettato, determinato sia dal tipo di tecnologie (chat room, sms, blog, telefonate, mail, social network), sia dalle modalità utilizzate dall'aggressore, quali inviare messaggi violenti, volgari o minatori, danneggiare la reputazione, rubare l’identità, escludere la vittima dai gruppi online, diffondere in rete materiale sensibile riguardante la vittima contro la sua volontà» sottolinea Calcaterra.
PERCHÉ IL BULLO BULLIZZA?
«Per lo più per motivazioni che originano dal profondo della personalità ma che sono, in ogni caso, legate ad un fondamentale senso di inadeguatezza, che si accompagna, da un lato ad una bassa autostima, nascosta dal tentativo di prevaricare - prosegue Calcaterra - dall’altro, alla mancanza di empatia, in particolare nella sua componente affettiva, cioè nella capacità di “sentire”/provare le emozioni degli altri».
Nel cyberbullo si allentano i freni inibitori morali e si affievoliscono i sentimenti di colpa, che limitano la percezione soggettiva dell'atto aggressivo per quello che è.
CHI SONO INVECE LE VITTIME?
«Lo stereotipo vuole che le vittime siano soggetti ansiosi, calmi e poco aggressivi o con un'eccessiva passività nelle relazioni interpersonali. - spiega Calcaterra - Tuttavia, le azioni del bullo possono colpire anche un coetaneo particolarmente attraente o eccellente in ambito scolastico o sportivo: la diversità dal resto del gruppo è un fattore rilevante. Uno degli elementi che accomunano le vittime di bullismo sembra però essere la scarsa capacità di essere assertivi, ovvero di esprimere e affermare sé stessi».
La dottoressa Mara Sciorra, dirigente psicologa presso la S.C. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, fornisce un approfondimento per quanto attiene ASST Valle Olona e ciò che l’azienda sta mettendo in atto per combattere questi fenomeni dilaganti.
QUANTI SONO I SOGGETTI ATTUALMENTE IN CURA PRESSO ASST VALLE OLONA VITTIME DEI FENOMENI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO?
Secondo i dati 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), bullismo e cyberbullismo sono un fenomeno che colpisce, in Italia, circa il 15% dei ragazzi, con una percentuale del 20% nei bambini di 11 anni (1 su 5), che scende al 10% negli adolescenti di 15 anni, senza significative differenze su base regionale. Se si confrontano i dati con quelli risalenti al biennio 2017-2018, si può riscontrare una certa stabilità in relazione alla frequenza degli atti di bullismo, mentre il cyberbullismo è aumentato nei ragazzi di 11-13 anni per la diffusione sempre maggiore dei social media, in particolare YouTube, Instagram e TikTok.
SONO MAGGIORMENTE VITTIME LE RAGAZZE O I RAGAZZI?
Secondo gli stereotipi le ragazze dovrebbero giocare più spesso il ruolo della vittima (e i ragazzi quello del bullo). In realtà, non esistono differenze di genere significative rispetto alle probabilità di essere vittime di bullismo, al netto di una lieve prevalenza complessiva del cyberbullismo a danno delle ragazze. Può essere invece diversa, benché non generalizzabile, la modalità della prevaricazione subita, reale o virtuale che sia, a seconda che sia stata messa in atto da maschi oppure da femmine.
COME POSSONO I GENITORI ACCORGERSI CHE IL PROPRIO FIGLIO/A NE È VITTIMA? QUALI I CAMPANELLI D'ALLARME DA NON SOTTOVALUTARE?
Si parte dal “silenzio delle vittime”: frequentemente i ragazzi non parlano, per vergogna o anche per scarsa fiducia negli adulti e nelle loro possibilità di intervento, del loro essere vittime di atti di bullismo o cyberbullismo.
Tuttavia, ci sono alcuni segnali che i genitori possono attenzionare come possibili campanelli d’allarme, che sono soprattutto cambiamenti nei comportamenti e nelle abitudini dei propri figli, quali: la difficoltà nell’alzarsi dal letto, un rifiuto ad andare a scuola, un aumento o la comparsa di difficoltà di concentrazione, un peggioramento nel rendimento scolastico, la richiesta di cambiare strada per arrivare a scuola, un cambiamento nelle abitudini alimentari, crisi di pianto o rabbia, la tendenza a rimanere silenziosi o cupi, il malessere fisico, la riduzione delle uscite con gli amici, la preoccupazione eccessiva che qualcuno possa accedere e leggere le chat sul proprio cellulare.
A tali fattori, si aggiungono poi i segni evidenti delle modalità tipiche del bullismo tradizionale, come la presenza di graffi, lividi sul corpo, vestiti sporchi o strappati, la richiesta di soldi a fini non chiari, la perdita di oggetti personali.
L’apertura al confronto e al dialogo diventano allora gli strumenti principali con cui contrastare tali fenomeni, affinché il disagio possa essere riconosciuto il più precocemente possibile, accolto, compreso e possa poi trovare le vie più efficaci perché i ragazzi possano uscirne.
QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL'ESSERE COSTANTEMENTE SOTTOPOSTI AD EPISODI DI BULLISMO E/O CYBERBULLISMO?
Bullismo e cyberbullismo comportano gravi conseguenze per le vittime e la società nel suo complesso, poiché impattano pesantemente sul benessere psicologico, con conseguenze estremamente dolorose, mortificanti e nocive in termini di salute: bassa autostima, ansia, depressione, disturbi del sonno, aggressività, senso di impotenza, comportamenti autolesivi, sintomi post traumatici da stress. Tra le possibili conseguenze psicologiche del cyberbullismo vi è anche la “sindrome di Hikikomori”, un isolamento sociale volontario che può essere preceduto proprio da episodi di bullismo e cyberbullismo.
L'essere bersaglio delle prepotenze del bullo, ripetutamente nel tempo, instaura una forma di vittimizzazione che può aggravarsi fino alla messa in atto di condotte auto-aggressive, come attacchi rivolti al proprio corpo, e, nei casi più estremi, comportamenti autodistruttivi, come il suicidio. Probabilmente il cyberbullismo può essere anche più pericoloso. Infatti, normalmente i genitori sono esclusi dalla vita digitale dei figli, e molto spesso non ne comprendono affatto le logiche.
QUALI SONO I PERCORSI DI CURA CHE I PAZIENTI SEGUONO PER SUPERARE QUESTE VIOLENZE?
Per contrastare efficacemente il cyberbullismo e il bullismo è necessario un approccio multi-dimensionale, che comprenda la sensibilizzazione e l’educazione in una fase di prevenzione primaria, la presa in carico psicologica e l’azione legale in una fase successiva, dove vittima e bullo sono già stati delineati quali attori del processo.
Le vittime di bullismo offline e online possono trovare un sostegno e un’opportunità di cambiamento grazie ad un intervento psicologico, generalmente individuale, ma con il coinvolgimento di famiglia e scuola (in particolare il gruppo classe). E anche il (cyber)bullo dovrebbe avere la possibilità di ricevere un aiuto psicologico, per aumentare le competenze emotive, la responsabilizzazione individuale e i comportamenti prosociali.
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