LA CONDANNA
Canegrate, donna ucraina minaccia la suocera
Da badante a moglie del figlio: vessazioni fermate dall’amministratore di sostegno
Quando la stalker ce l’hai in casa. Peggio ancora: all’interno della tua famiglia. Col senno di poi, viene da chiedersi chissà che cosa ne sarebbe stato di un’anziana di Canegrate, classe 1937, finita alla mercè della cognata, se non fosse stato per l’intervento dell’amministratore di sostegno. Interrogativi a parte, rimane la condanna di una donna ucraina, una badante di 46 anni: il tribunale di Busto Arsizio prima e ora anche dalla corte d’appello di Milano le hanno inflitto un anno e quattro mesi. L’accusa? Atti persecutori nei confronti della suocera. Una donna senza scrupoli l’imputata, che ha reso un inferno la vita all’anziana, fra l’altro anche affetta da disabilità. Quando non era ancora sposata con il figlio, l’ucraina si era mostrata estremamente accudente e gentile con la vedova. L’aiutava a fare la spesa e da mangiare; usciva con lei a fare un giretto. Dopo le nozze, era cambiato tutto.
Anziché aiutarla, era un continuo di insulti e minacce. La minaccia più ricorrente, come ha ricordato l’anziana in sede di denuncia, era quella che l’avrebbe soffocata nel sonno e le avrebbe sottratto i suoi averi.
Per il resto, quando entrava in casa vigeva una sorta di regime del terrore. La pensionata chiedeva che le facesse da mangiare? L’ucraina le tirava addosso del cibo congelato. E se la pensionata osava contraddirla, volavano schiaffi e ceffoni. In un caso ci fu anche uno spintone. Quando non c’era, poi, l’assillava con continue quanto inutili telefonate. Fatte giusto per infastidirla. Il «perdurante stato d’ansia e paura» è un’immagine che rende bene lo stato d’animo dell’anziana signora che, nonostante il pressing violento dell’avida cognata, è uscita nell’impresa di ottenere, all’insaputa della cognata-stalker, la nomina di un amministratore di sostegno.
Quest’ultimo, come primo provvedimento, ha fatto in modo che fosse cambiata la serratura di casa. Risultato: l’ucraina non ha più potuto mettere piede lì dentro. Tra l’altro, con la nomina dell’amministratore è anche venuta meno ogni possibilità dimettere le mani sul conto della suocera. Insomma, la pacchia (o presunta tale) per la persecutrice era davvero finita.
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