MORTI IN CORSIA
«Che rischio, non dormiamo più»
Madre e figlia frequentavano Laura Taroni: «Aveva curato la nonna fino alla morte»
«Noi abbiamo conosciuto prima Laura Taroni e poi il medico Leonardo Cazzaniga: abbiamo aperto loro la porta di casa nostra, ci siamo fidati e, ora, ci rendiamo conto di avere rischiato grosso. Ma eravamo in buona fede, chi mai poteva immaginare una cosa simile?» Sono ancora sotto choc e incredule due donne, persone note, molto apprezzate dalla comunità e che chiedono che venga mantenuto il riserbo sulla loro identità: madre e figlia sono state fra le ultime ad avere avuto contatti con la coppia diabolica.
«In realtà tutto è iniziato a Lomazzo, perché mia sorella aveva necessità di un’infermiera e le era stata indicata Laura. Lei ci si è mostrata subito come una persona molto disponibile, così è entrata nella nostra famiglia e, in seguito, abbiamo conosciuto anche il medico. Laura ha assistito anche mia madre anziana, mancata nel 2012, e non voglio neppure pensare che le abbia fatto del male, per me sarebbe insopportabile: comunque questo non lo crediamo» ammette la madre che per l’ansia ha smesso di seguire la vicenda sugli organi di stampa. La figlia sottolinea: «Mia nonna è stata curata in Cardiologia, quindi crediamo che non le sia stato applicato quello che abbiamo appreso essere il “protocollo Cazzaniga”». La storia emersa nell’ultima settimana le ha turbate, fino a far perdere loro il sonno, come raccontano: «Non ci capacitiamo di quello che queste persone avrebbero fatto. Solo un paio di settimane fa, Laura era venuta in negozio perché aveva bisogno dei nostri prodotti. Il medico non c’era, ma ci sembrava la solita persona, che conoscevamo. Alla luce di quello che apprendiamo dai giornali, ora leggiamo i suoi comportamenti in chiave differente». La figlia racconta un episodio che ancora turba la famiglia: «A ripensarci adesso, ci vengono i brividi.
Mia madre aveva problemi alla schiena: inizialmente ci eravamo rivolte a Saronno e Cazzaniga le aveva prescritto un medicinale molto forte a base di oppiacei. Ma mia madre era irriconoscibile: è una persona di indole gentile che improvvisamente si era messa a litigare con tutti, era irascibile e insopportabile. Non stava bene, tanto che dopo una settimana, leggendo gli effetti collaterali, l’ho chiamato e abbiamo sospeso la terapia. Nel mentre ci siamo rivolti ad altri medici, al Gaetano Pini di Milano e poi a Varese dove un noto primario ha risolto la situazione. La terapia, seppure giusta, a tutti i medici è sembrata eccessiva: era stata prescritta la massima dose, ma nessuno aveva detto di interromperla».
E la madre conclude: «Mi sento tradita: noi pensavamo di aiutare una donna che era stata sfortunata e che nel giro di poco tempo aveva perso i suoi cari. Ci raccontava le sue disgrazie, dal tumore all’utero al fatto che il figlio più grande avesse bisogno delle “gocce” che secondo Laura gli aveva prescritto lo psichiatra. Ma erano tutte bugie».
© Riproduzione Riservata