LA TRAGEDIA
Delitto Bossi. «Siamo sommersi da minacce»
Parla la mamma di Michele, uno degli arrestati: «Ci è caduto il mondo addosso»
Decine e decine di minacce di morte. Parole pesantissime e insulti arrivati via social e indirizzati alla madre di Michele Caglioni, il giovane indagato e in carcere insieme a Douglas Carolo per l’omicidio di Andrea Bossi, ventiseienne accoltellato nella notte tra il 26 e 27 gennaio nel suo appartamento di Cairate. I famigliari dei presunti assassini sono provati dalla vicenda che è ancora tutta da chiarire.
«Ci è caduto il mondo addosso», spiega la donna che però non vuole e non può entrare nel merito della questione. La famiglia ha paura che le minacce via web possano trasformarsi in altro tipo di aggressioni, tanto da averne parlato con il legale ed essere pronta alla denuncia da presentare ai carabinieri. Alla Prealpina ha spiegato le intimidazioni, ne aveva già fatto cenno sabato fuori dal tribunale mentre, con il marito, sperava di vedere per qualche attimo il figlio a margine dell’interrogatorio di garanzia. Ovviamente non è stato possibile. «Sul fatto in sé, nessuno può dire nulla, anche nel rispetto del lavoro della magistratura e delle indagini», spiega la donna con voce gentile ma allo stesso tempo stremata e addolorata.
«Un dramma. Cerco di continuare a lavorare, non posso fare diversamente. Ringrazio le persone che mi sono vicine». In questo contesto la famiglia, totalmente estranea alla vicenda, subisce minacce: «La nostre preoccupazione aumenta a causa di parole di odio violente».
I genitori di Michele hanno altri due figli maschi. Cosa sia accaduto nell’ultimo mese e dettagli sulla vita del ventenne, la madre non dice nulla.
Su questo tema, con gentilezza risponde «non posso parlare».
L’unico aspetto che commenta è legato alla collaborazione di Michele, fin dall’arresto, con le forze dell’ordine: «Questo mi lascia vedere una piccola luce, mi lascia sperare», afferma la donna senza finire la frase che ha nel cuore e quel sottinteso: spera che il giovane non abbia davvero partecipato al delitto.
«Vedere la parola assassino accostata al nome di mio figlio è scioccante, ma non ci posso fare niente», dice lasciandosi andare sotto il profilo emotivo senza scaricare colpe, senza entrare nel merito delle indagini e senza commentare e ricordando la fragilità di Michele che in passato era stato vittima di bullismo a scuola.
Parla delle sue emozioni di madre, di donna, di persona normale che si è trovata a vivere una tragedia immane, iniziata per la famiglia mercoledì mattina quando il ventenne che in quel momento era a casa della nonna è stato arrestato. «Mio figlio viveva con noi, a volte andava dalla nonna. Dove era appunto quella notte», conferma. E nonostante la situazione che si trova a vivere, la donna conserva la sua gentilezza ringraziando per l’attenzione e confermando anche la volontà di raccontare a tutto tondo il dramma che colpisce tre famiglie. Quella della vittima, Andrea Bossi e dei suoi genitori - a cui il figlio è stato strappato per sempre - ma allo stesso tempo anche quello delle famiglie di Michele Caglioni e Douglas Carolo.
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