L’INTERVENTO
«I nuovi indennizzi? Una beffa». La protesta dei pendolari
I comitati contestano le modifiche di Regione Lombardia sui rimborsi per i treni in ritardo
I comitati pendolari non ci stanno. Dopo la delibera di Regione Lombardia che ha cambiato le modalità di rimborso per i ritardi a partire dal primo aprile, alzando la quota dell’indennizzo e cambiando il meccanismo di calcolo, i rappresentanti dei viaggiatori nella conferenza regionale del Trasporto pubblico locale parlano di «beffa degli indennizzi irraggiungibili».
In una nota diffusa martedì mattina i cinque referenti dei pendolari al tavolo di confronto regionale – Franco Aggio, Manuel Carati, Giorgio Dahò, Andrea Mazzucotelli e Francesco Ninno – criticano la decisione della giunta lombarda.
LE CRITICHE
«Dopo quasi quattro mesi dall’avvio del nuovo contratto di servizio e dopo l’inutile – per noi rappresentanti dei viaggiatori – incontro del 7 febbraio, la montagna ha partorito il classico topolino spacciandolo per un gigante», scrivono. «Regione Lombardia ha istituito il sistema del bonus risarcitorio dal lontano 2003 e ciò ne faceva una Regione all’avanguardia nella difesa dei diritti degli utenti». Nel mirino delle critiche, il fatto che «l’indennizzo, pur portato al 30 per cento, scatterà solo per ritardi superiori ai 15 minuti invece che i precedenti 5, le soppressioni parziali continueranno a non essere conteggiate e, nel complesso, scatterà con una frequenza circa tre volte inferiore rispetto al precedente metodo di calcolo».
I rappresentanti dei comitati si definiscono «sentiti ma evidentemente non ascoltati». E ancora: «La pressante richiesta di rendere lo strumento automatico è stata per ora del tutto disattesa» lamentano. «Altrettanto disattesa è stata la richiesta di allargare la platea ai titoli di viaggio integrati, riconoscendo l’indennizzo sulla base del concetto di tratta abitualmente frequentata. La ciliegina, servita addirittura come antipasto, era già arrivata con la decisione di Regione Lombardia di destinare più di 2 milioni di euro annui delle penali per finanziare un protocollo sicurezza che nulla attiene con la qualità del servizio. In definitiva i viaggiatori abbonati pagheranno tre volte i disservizi: quando acquisteranno l’abbonamento, con un indennizzo da richiedere personalmente che maturerà assai più difficilmente rispetto al precedente bonus e con uno spostamento delle risorse finanziare delle penali che, anziché ristorare, saranno devolute a non meglio definiti e quantificati utilizzi. E’ questo che l’assessorato ai Trasporti intende per rispetto dei diritti dei viaggiatori?».
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