Ryanair
Il Governo contro Ryanair: minacce ai lavoratori inaccettabili
In vista dello sciopero dei piloti del 15 dicembre
Roma, 13 dic. (askanews) - Esplode il caso Ryanair. Dopo le dichiarazioni di ieri della compagnia aerea low cost che ha minacciato di togliere i benefit ai piloti che dovessero aderire allo sciopero, del 15 dicembre in Italia e del 20 dicembre per i dipendenti di base a Dublino, oggi i ministri dello Sviluppo economico, del Lavoro, della Giustizia e dei Trasporti, hanno rilasciato dichiarazioni di fuoco contro il vettore irlandese.
Di atteggiamento "indegno" ha parlato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, secondo il quale "non si può stare sul mercato, averne i vantaggi e non rispettarne le regole". Sulla stessa linea il suo collega ai Trasporti, Graziano Delrio, secondo il quale è inaccettabile l'attacco di Ryanair ai lavoratori. "E' inaccettabile - ha detto il ministro - minacciare i lavoratori per il sacrosanto e costituzionalmente garantito diritto di sciopero. Sono cose che non devono e non possono assolutamente avvenire. Noi siamo per la massima libertà d'impresa ma nel rispetto dei diritti dei lavoratori".
Più nello specifico è entrato il ministro del Lavoro, Guliano Poletti, che ha annunciato di voler controllare l'applicazione dei contratti di lavoro da parte della compagnia. "Ce ne occuperemo noi", ha promesso il ministro, aggiungendo che l'invio della lettera ai dipendenti è una cosa "gravissima".
"Il diritto di sciopero - ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando - è una conquista delle società democratiche. Minacciare i lavoratori è una pratica intollerabile. Non può esserci sviluppo senza la libertà dei lavoratori. La nostra Costituzione vale anche per Ryanair".
Duro anche l'intervento del Garante per gli scioperi. "La dichiarazione dell'ad di Ryanair appare non conforme ai principi del nostro ordinamento, nel quali lo sciopero, se esercitato legittimamente, è considerato un diritto costituzionale - ha detto Giuseppe Santoro Passarelli. Voglio rammentare che la legge 146 censura quei comportamenti aziendali che possano determinare l'insorgenza o l'aggravamento del conflitto".
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