Giustizia
Legnini: trasparenza e meno correnti in associazioni magistrati
"Con intercettazioni nessun rischio bavaglio per giornalisti"
Roma, 28 lug. (askanews) - "Certo che esistono precisi parametri di valutazione del merito. Quella relativa ai criteri di nomina è una discussione antica. Da più parti si sostiene di voler sopprimere le correnti, il che sarebbe contrario ai principi costituzionali ed in particolare a quello di libera associazione, che storicamente ha portato la magistratura ad organizzarsi per aree culturali.
La soluzione non può che essere ricercata nella corretta valutazione delle regole di selezione delle candidature, che un anno fa abbiamo integralmente riformato. Dopodiché, considerato che il Csm è un organo elettivo, per conferire gli incarichi occorre coniugare la valutazione del merito con il voto di ciascuno dei componenti". Lo spiega il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, in un'intervista alla "Stampa".
All'osservazione sul fatto che i giudici fuori dalle correnti sono però demotivati, Legnini replica che "si tratta di un sentimento diffuso nella magistratura. Ma questa obiezione va rivolta, appunto, alla magistratura associata che è chiamata sempre più a farsi carico di tali istanze di trasparenza e certezza. Comunque, ciascun magistrato dispone dello strumento del ricorso al giudice amministrativo".
Sulle intercettazioni, chiarisce Legnini, "il Csm ha espresso un parere sulla delega al governo". Ieri "è stata messa all'ordine del giorno la delibera sulle linee guida riguardanti la corretta applicazione delle norme sulle intercettazioni.
Si tratta di una decisione che recepisce le circolari, tra le altre, delle procure di Milano, Torino, Roma e Napoli.
Con questa delibera proviamo a formulare, a beneficio di tutti gli uffici giudiziari italiani, suggerimenti di buone pratiche organizzative per affermare un corretto bilanciamento tra tutti i diritti coinvolti, compreso quello alla riservatezza.
Non vedo nessun rischio bavaglio per i giornalisti.
Solo ciò che confluisce negli atti del processo e quindi diventa conoscibile è giusto e doveroso che venga pubblicato. A tal fine è decisivo il giudizio di rilevanza sulle comunicazioni captate.
E tale giudizio non può che spettare alla magistratura che naturalmente è chiamata ad esercitare tale suo potere con responsabilità e rigore".
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