M5s
Mediazione Grillo-Fico, per ortodossi Di Maio ha troppo potere
Morra: "Se non è il capo assoluto ce lo dicano"
Rimini, 23 set. (askanews) - "Se parla a sto punto è un coglione, ormai a cose fatte...": un parlamentare del Nord liquida così il caso Roberto Fico, che fino al tardo pomeriggio tiene in tensione la linea di comando del Movimento 5 stelle e i cronisti in attesa nel Park Rock di Rimini. Oggetto del contendere, la svolta leaderista che Beppe Grillo e Davide Casaleggio intendono imprimere al M5s, attribuendo la carica di "capo politico" al candidato premier, ovvero a Luigi Di Maio. La proclamazione ufficiale è prevista alle 19, il discorso di insediamento alle 21.30 dal palco della kermesse.
Ma le cose non sono ancora "fatte" del tutto, e a metà pomeriggio lo rivela il senatore Nicola Morra, altro esponente dell'area "ortodossa" in fibrillazione per il fatto che l'ala "moderata" e "governista" ha ormai preso il soppravvento. "E' ion corso un tentativo di conciliazione, poi trarremo le conseguenze", spiega durante una intervista a Rainews 24, resa difficile dagli attivisti che criticano lui per aver preso le distanze dalle scelte della "comunità" e come già accaduto in altre occasioni attaccano la giornalista che lo sta intervistando. Se Di Maio "sarà solo primus inter pares, ce lo devono dire".
Ma il Movimento 5 stelle è come un fiume: chi devia dalla corrente principale, al massimo può dar vita a una pozza di acqua stagnante. Esce o viene espulso dall'alveo e difficilmente riesce a rientrare. Non solo le correnti ma anche opinioni diverse espresse pubblicamente sono come il fumo negli occhi per i cosiddetti "grillini". Ecco perché la sensazione oggi è che Fico non abbia troppe truppe da schierare contro il quartier generale, e forse anche per questo rimane chiuso per mezza giornata in albergo e quando esce, lo fa da una uscita laterale. Del resto, "se si voleva candidare poteva farlo. E comunque - lo stigmatizza a distanza, rigorosamente protetto dall'anonimato, un parlamentare fra i meno in vista, col cuore a sinistra - Di Maio lo abbiamo scelto tutti insieme tre anni fa, è il più adatto, in questo Paese democristiano di merda".
Nel dubbio, comunque, gli attivisti del M5s sanno con chi prendersela: oltre all'inviata di Rainews, anche i cineoperatori che seguivano la sindaca di Roma Virginia Raggi sono stati oggetto di insulti, spintoni, strattonamenti. Tra le note di colore della giornata la diserzione di Alessandro Di Battista, presente con un videomessaggio dal palco, nel quale fra l'altro ha annunciato che "ad ore", quindi con qualche settimana di anticipo, è attesa la nascita del suo primo figlio.
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