Centrodestra
Nulla di fatto nell'incontro Cav-Salvini. Stallo su Milano
Berlusconi non prova a convincere Del Debbio, preferirebbe leader Lega
Roma, 6 ott. (askanews) - Tra i due non c'è grande empatia. E certo il 4 a zero rifilato dal Napoli al Milan non ha contribuito a rendere il clima piacevole. Ma l'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini che si è tenuto domenica sera ad Arcore non sarebbe andato né bene né male. L'aggettivo più adatto sarebbe forse "inconcludente" o "interlocutorio". Anche perché, probabilmente, niente ancora c'era da decidere.
Il tema è infatti quello delle amministrative e, in particolare, della corsa a sindaco di Milano. Era stato lo stesso ex premier, per la verità, ad accrescere le aspettative annunciando, nella sua apparizione alla scuola di politica di Maria Stella Gelmini sul Garda, che entro una settimana sarebbe stato fatto il nome del candidato del centrodestra per palazzo Marino. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta. Troppe sono ancora le incognite: ci sono problemi dentro la Lega, altri dentro Forza Italia. E, soprattutto, ancora non si sa quale sia il candidato del centrosinistra, cosa che potrebbe cambiare il profilo di riferimento (politico o società civile).
Di fatto c'è che a metà mattinata, con una nota congiunta (circostanza decisamente rara), Berlusconi e Salvini fanno sapere che i retroscena che parlavano di incontro disastroso erano infondati. "Abbiamo sofferto entrambi per la sconfitta del nostro Milan ma sulle questioni politiche - affermano - c'è stata piena sintonia su tutto".
E' poi il leader della Lega, intervistato a 'Un giorno da pecora', a dare qualche particolare in più sia sul menù (pasta al pomodoro e pesce), sia sulla questione Milano ("Abbiamo fatto più di un nome, ma per comunicarlo dobbiamo aspettare l'ok"). La soluzione del nodo, tuttavia, sarebbe ben lungi dall'essere raggiunta.
Primo problema: nella Lega non c'è un idem sentire. Alla faccia del segretario e di quello che ripete ogni volta che può, infatti, Roberto Maroni vorrebbe che per il Comune si ripetesse la stessa alleanza che c'è in Regione. E questo vuol dire Ncd compresa. In questo scenario il candidato sindaco sarebbe Maurizio Lupi. Ma Salvini non ne vuol sentir parlare.
Secondo problema: gli azzurri premono su Berlusconi perché ci sia un candidato di Forza Italia. Se vogliamo recuperare nei sondaggi - è il ragionamento - bisogna avere un nostro candidato per Milano, fosse anche un candidato perdente, perché così si potrebbe cercare di ribaltare la subalternità ormai consolidata nei confronti della Lega.
Continua a sbucare fuori il nome di Paolo Del Debbio, sebbene il diretto interessato si sia detto più volte indisponibile. Pare, però, che l'ipotesi (tanto gradita a Salvini) non convinca neanche il Cavaliere. Che, infatti, non avrebbe usato nessun'arma di dissuasione in suo potere (in quanto leader politico e proprietario di Mediaset) per convincerlo ad abbandonare le resistenze. Anzi, qualche giorno fa ci sarebbe stata anche una cena tra lo stesso Del Debbio, Berlusconi e Confalonieri che (almeno nelle speranze di quest'ultimo) doveva servire proprio a persuadere il giornalista. Se non che, a quanto pare, l'ex premier si sarebbe astenuto da fare qualsiasi opera di convincimento.
Perché a Berlusconi, alla fine, non dispiacerebbe se il candidato a Milano fosse proprio Matteo Salvini che così potrebbe essere meno presente sulla scelta politica nazionale. C'è anche una parte della Lega che preme sul segretario. Tra questi Giancarlo Giorgietti che avrebbe provato a convincerlo a correre per palazzo Marino per non farsi logorare nell'attesa delle elezioni politiche. Per ora, invano.
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