L’UDIENZA
«Quel cane non era trascurato dai padroni»
Dalle Valle d'Aosta a Varese: processo per un post su Facebook
Sfilano i testimoni al processo che vede una cinquantanovenne di Luvinate accusata di diffamazione davanti al giudice Alessandra Sagone. E dai testimoni arriva la conferma: quel cane che la varesina riteneva maltrattato perché lo vide su un balcone sotto il sole durante una vacanza a Chatillon in Valle d’Aosta, tanto da fare un post su Facebook sulla questione nel giugno 2021, ritenuto appunto diffamatorio (questo «schifo vergognoso» deve finire), in realtà stava benissimo.
L’ha riferito oggi, martedì 16 aprile, in aula la veterinaria che si occupa dell’animale da quando era un cucciolo. Utah, questo il nome del cane, non di razza ma simile a un border collie, «non aveva problemi di salute a parte una lieve intolleranza alimentare - ha spiegato la dottoressa -: nulla di grave e infatti non avevo prescritto alcuna terapia e solo una sistemazione della sua dieta. In quel periodo il problema si era ripresentato ma non era facile capire se si trattasse di una gastrite o di una tracheite, e per questo mi ero raccomandata di non lasciarlo andare in giro da solo, ad esempio in giardino, dove avrebbe potuto mangiare dell’erba». I padroni si disinteressavano del cane e avrebbero messo a rischio la sua salute lasciandolo sul balcone sotto il sole? «No, non era e non è assolutamente un cane trascurato e per quanto riguarda i colpi di calore devo dire che in vent’anni di professione come veterinaria in Valle d’Aosta credo di averne visti due. Bisogna considerare il clima della regione».
Quindi ha testimoniato il comandante della Polizia locale di Chatillon, che ha riferito che l’ufficio ricevette una segnalazione relativa ai presunti maltrattamenti subiti dal cane il 1° giugno 2021 e poi un’altra mail a firma dell’imputata. I controlli furono effettuati immediatamente e risultò che il cane stava appunto benissimo, stava un po’ in balcone e un po’ in casa e faceva normali passeggiate. Numerose altre mail arrivarono in seguito da tutta Italia dopo la pubblicazione del post su Facebook, con appelli, critiche e insulti a commento, e l’imputata fu avvisata dell’esito dei controlli dai vigili otto giorno dopo. «Normali tempi tecnici» secondo il comandante. Ma il legale della varesina, l’avvocato Vincenzo Toscano, ha detto che una maggiore sollecitudine avrebbe forse evitato la pubblicazione del post ora sotto processo.
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