L’INTERVISTA
Reguzzoni candidato? «Mai dire mai»
L’ex leghista a tutto campo sulla sua associazione politica, il pericolo Cina e la campagna a favore delle produzioni italiane
Marco Reguzzoni è tornato. Lì doveva aveva lasciato nel 2012, quando cadde il Governo Berlusconi-Fini e lui era capogruppo della Lega alla Camera, e nel 2015, ultima suo tesseramento col Carroccio. Lì è la politica.
I riflettori si sono riaccesi due volte nelle ultime settimane. La prima quando Reguzzoni ha preso in mano l’associazione “I Repubblicani”, arruolando nomi di spicco, poi con i ricordi sul rapporto agrodolce, in verità più aspro che zuccherino, col presidente Giorgio Napolitano. Marco Reguzzoni è rientrato. Dalla porta principale.
Reguzzoni, il 2012 sembra un’altra epoca...
«Lo era e lo è stato fino alle ultime elezioni»
In che senso?
«Che da allora c’è stato un vuoto di democrazia. In quel 2012, la Camera è stata al centro del mondo, si susseguivano le votazioni di sfiducia ed è caduto il Governo Berlusconi-Fini. Chiariamo: il Governo non è potuto andare avanti per manovre romane. È stato un momento chiave della politica degli ultimi 15 anni. Poi ci sono stati solo Governi non eletti dal popolo. E questo fino all’insediamento di Giorgia Meloni e del centrodestra che ha sanato l’enorme ferita di democrazia. Io non mi sono ripresentato perché non c’erano le condizioni per fare la politica in cui credo, quella dei progetti da realizzare. È stata una decisione molto sofferta».
Ora sì. Condizioni diverse... Ecco l’associazione politica. Preludio di altro?
«È un’associazione politica che non diventerà un partito. Le ambizioni sono due: favorire la nascita di un grande movimento, come è stata la Dc dal ‘45 al ‘55, con persone serie e capaci, e lavorare ad un progetto di lungo periodo. Ma presto vedrete già qualcosa».
Diamo un’anticipazione...
«Una nostra campagna in difesa delle produzioni manifatturiere e più in generale industriali che rischiamo di perdere. E non possiamo permettercelo. Negli Usa Trump gode di consenso perché si è sempre battuto contro il pericolo della Cina. Deve diventare un nostro cavallo di battaglia. Vedi il caso delle batterie... ».
Batterie?
«Compriamo le auto elettriche che hanno batterie prodotte in Cina con finanziamenti dello Stato. I produttori europei sono tagliati fuori, non c’è possibilità di concorrenza. È chiaro che l’Italia da sola non può fare nulla. È l’Europa che deve dare impulso, i dazi non possiamo metterli noi. Mi rendo conto che parlare di questi temi non ha grande appeal, non scalda i dibattiti televisivi. Ma è qui che si gioca il futuro. Anticipo anche una campagna a favore dell’editoria: i giornali si stampano qui, in Italia, i siti online fatti da giornalisti italiani, ma i Social sono gestiti in California. Dobbiamo sostenere con forza le nostre produzioni».
Siamo già nel vivo delle proposte.
«Sì, concreti. I grandi temi da affrontare sono l’immigrazione, l’ambiente e le politiche doganali nel senso di cui parlavo prima. E inevitabilmente passano per l‘Europa che non può più essere appannaggio degli esponenti dell’alta finanza».
Nel frattempo l’associazione “I Repubblicani” si pone come soggetto che può rompere gli equilibri e radunare un consenso da riversare in campagna elettorale. Non è così?
«Sono molto contento del riscontro che abbiamo avuto in queste due settimane. Ci sono adesioni da parte di figure di primo piano. E preciso che entrare nell’associazione è compatibile con qualsiasi tipo di militanza».
Anche di centrosinistra?
«Se un iscritto del Pd la pensa come noi, ben venga...».
Lei, Reguzzoni, ha avuto contatti in questa fase con tanti esponenti di primo piano della politica. Questo si sa. Facciamo qualche nome?
(sorriso) «Confermo le premesse, non rispondo per quanto riguarda i nomi».
E dove andrete a collocare il consenso? I voti, per dirla tutta, a chi li girerete?
«Ai soggetti che risponderanno alle battaglie che noi portiamo avanti».
Reguzzoni candidato. Si può fare?
«Se dico no, non ci credete. E allora dico mai dire mai»
Reguzzoni che rientra nella Lega. Anche qui mai dire mai?
«Lo posso escludere, non rientra nei miei programmi. Ho un dialogo con buona parte della Lega, un dialogo quasi costante con Bossi, ma fermiamoci qui».
Un giudizio sul Governo...
«Ha ereditato una situazione disastrosa, più di quanto appaia. Reddito di cittadinanza e superbonus, tante per fare due esempi, sono state scelte nefaste. Ora, come prima cosa bisogna mettere a posto i conti. E poi ragionare su una politica seria, di programmazione».
Reguzzoni is back
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