L'ANGOSCIA
Renato, paura e dolore
Mentre le ricerche proseguono, centinaia di persone sotto choc per la scomparsa di Casarotti, inghiottito dalle acque del lago che tanto amava
Un motoscafo di nome Martyna. I più grandi amori di Renato Casarotti, il 49enne scomparso mercoledì pomeriggio nelle acque del lago Maggiore a Verbania, si possono riassumere nella sua imbarcazione, quella da cui s’è tuffato in acqua senza più riemergere: navigare su lago e la sua adorata figlia, Martyna appunto, a cui aveva dato anche il nome della sua barca.
Ma Casarotti era molto di più, era pieno di interessi e amici veri, e da due giorni l’angoscia e la tristezza attanagliano lo stomaco di chi lo conosce da sempre. Un navigatore esperto, un nuotatore provetto, amante dello sport, prudente, innamorato della vita, inghiottito senza un perché all’improvviso dalle acque profonde in un pomeriggio normale. L’amico che era con lui sulla barca, e che ha assistito alla tragedia, è sotto choc. E non è l’unico. Come i colleghi della Lascor, un’azienda che produce parti di orologi Swatch, molti dei quali erano diventati suoi amici. Oggi sono increduli: «Avevamo riso e scherzato insieme l’altro giorno, non può essere vero», è il commento di uno di loro. L’impresa, di solito molto riservata, stavolta ha fatto un’eccezione alla regola. Il rispetto della privacy viene mantenuto, ma vengono espresse anche parole di cordoglio e vicinanza alla famiglia, oltre che profonda stima dal punto di vista professionale: «Lavorava nel settore manutenzioni, era quello in grado di risolvere un problema o prevenirlo. Di figure come lui qui ce ne saranno al massimo quattro, e lui era tra i più esperti. Oltre alla perdita umana è una perdita anche di un grande professionista, è difficile trovarne di così preparati», commentano da via Piave. «Ci teniamo molto alla riservatezza dei nostri dipendenti, che rompiamo solo per comunicare il nostro cordoglio. Per il resto preferiamo restare in silenzio, per rispetto di quanto accaduto e dei suoi familiari. È una brutta notizia per tutti noi».
Casarotti lascia una compagna, con la quale conviveva a Taino, la figlia, i genitori -che vivono nella cittadina dove Renato aveva ancora la residenza, Gargallo, nel borgomanerese- e un oceano di amici, con cui condivideva svariate passioni. A partire dal lago. Sconvolti e addolorati dalla notizia anche al cantiere nautico Piccaluga di Lisanza, dove era partito l’altro giorno assieme al suo amico Antonello Cuccheddu, ex compagno di scuola. Casarotti era cliente stagionale, innamorato del luogo, che aveva scelto per tenere ormeggiata la sua imbarcazione, un Open modello Gabry 550, un piccolo motoscafo fuoribordo lungo cinque metri e mezzo. L’uomo, originario proprio di Gargallo, da tempo però viveva a Taino, nella parte alta del paese. In centro alcune persone se lo ricordano bene. La notizia si è diffusa in fretta, come tutte le brutte notizie. C’è chi era al bar, e ricevuta la telefonata ha cambiato volto ed è andato via addolorato, chi il giorno dopo continua a scuotere la testa, perché ancora non ci vuole credere. Tutti lo ricordano così: gentile, socievole, sorridente, deciso, con tante passioni e abilità. Ci metteva l’anima in ogni cosa che faceva, così lo ricorda chi lo ha conosciuto, chi quest’autunno avrebbe dovuto andare a funghi con lui nel suo paese natale, perchè era da tempo che se ne parlava. Lo ricordano anche gli ex paracadutisti della Folgore, di cui anche Casarotti era stato membro.
Nella giornata di giovedì le ricerche sono state sospese nel primo pomeriggio, intorno alle 14, a causa del forte vento. Sono riprese intorno alle 8 di venerdì.
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