L’INCHIESTA
Rivolta si è dimesso
Il sindaco lascia la poltrona, come aveva preannunciato nello scorso weekend al termine di interrogatorio fiume in procura a Busto
L'aveva preannunciato nel weekend, al termine dell'interrogatorio di otto ore davanti al pm Luigi Furno sull'inchiesta per la quale da oltre due mesi si trova agli arresti nel carcere di Busto Arsizio, accusato di abuso d'ufficio, concussione e corruzione: Danilo Rivolta si è dimesso da sindaco di Lonate Pozzolo.
Il documento che ufficializza la decisione del primo cittadino è stato protocollato in comune nella mattinata di lunedì 24, al prefetto e ai colleghi amministratori.
Proprio uscendo dalla Procura di Busto, accanto all'avvocato Jacopo Pensa, prima di essere riportato in cella, Rivolta aveva annunciato: «Domani mi dimetto». Non è da escludere che Rivolta sia intenzionato a patteggiare. Il contenuto dell'interrogatorio resta segreto, ma certo è che in otto ore ne avrà raccontate di cose sull’urbanistica e l’edilizia di Lonate e dintorni, sui personaggi che hanno gravitato in quel settore, sui meccanismi degli appalti. Materiale che la procura dovrà approfondire e pare intenda farlo presto, se è vero che a breve verranno fissati nuovi interrogatori in carcere. Emblematica in tal senso, dunque, la decisione di mollare finalmente la poltrona più prestigiosa del Comune.
Insieme a Rivolta nell’inchiesta sono finiti anche la compagna Orietta Liccati - assessore all’Urbanistica di Gallarate, autosospesa il giorno in cui ha ricevuto l’avviso di garanzia - il fratello Fulvio, quattro imprenditori lonatesi, il segretario comunale e il capo della polizia locale Costantino Gemelli. I reati contestati vanno dalla corruzione alla tentata concussione fino all’abuso d’ufficio.
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