DOPO IL PRIDE
Sabato con corteo? «Meno 40% nei negozi»
Commercianti infuriati per la chiusura causa Varese Pride. Parravicini (Ascom): «Centinaia di migliaia di euro di danni».
Centro paralizzato per il “Varese pride”? I commercianti parlano di un calo di fatturato complessivo del 30/40 per cento: la sfilata variopinta dell’orgoglio gay andata in scena sabato scorso, insomma, proprio non è andata giù a chi punta sul fine settimana per incrementare i guadagni, già minati dalla crisi economica. E ovviamente non c’entrano nulla il tema del corteo né il dibattito sull’opportunità o meno di parteciparvi. Niente ideologia, solo il cassetto vuoto. Il problema, ribadisce Marco Parravicini, fiduciario varesino dell’Ascom, sono quelle transenne e quel cambio di viabilità che accompagnano sempre i grandi eventi e paradossalmente hanno contribuito a svuotare la città nel giorno più importante per lo shopping. «Ci chiediamo quale sia l’obiettivo del Comune, quale la visione di un assessorato che dichiara di voler aiutare il commercio - ribadisce il gioielliere all’indomani della grande manifestazione -. Abbiamo sentito tutti i colleghi: dalla Brunella al ring centrale, nessuno ha lavorato. E per la prima volta abbiamo la possibilità di quantificare questo danno, mentre è molto più difficile tirare le somme per esempio sui problemi portati dal caro parcheggi: ci sono progetti che si ripercuotono sul nostro lavoro nel medio-lungo termine. Ora è diverso: abbiamo registrato il peggior sabato dall’inizio del 2017 e il calo generale è stato quantificato in un 30/40 per cento per tutte le categorie. Forse bar e ristoranti avranno sofferto meno, ma nessuno è rimasto escluso: abbiamo perso centinaia di migliaia di euro. Ora chi ci ripagherà? A chi presenteremo il conto?»
Un messaggio forte e chiaro a Palazzo Estense, non certo sui “colori” della parata ma l’effetto domino sugli acquisti. «Per capire la situazione era sufficiente recarsi in piazza Monte Grappa - aggiunge il dirigente dell’Associazione di via Valle Venosta -. In giro non c’era nessuno, se non i mezzi delle forze dell’ordine in tenuta anti sommossa per un evento pacifico che non aveva nulla di pericoloso. Se noi chiediamo più sicurezza ci rispondono che non ci sono i fondi, come mai? Ma in generale abbiamo visto ripetersi gli stessi errori dei Mondiali di ciclismo del 2008: si parlava di evento che avrebbe lanciato Varese anche negli anni a venire. E invece non è accaduto nulla. Queste manifestazioni non portano benessere economico, ormai ne abbiamo la prova».
Servizio completo sulla Prealpina di lunedì 19 giugno
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