SANITA’
A Bodio è caccia al medico
In pensione l’ultimo rimasto in servizio: disagi per i cittadini

Il recente pensionamento del medico di base di Bodio Lomnago sta creando problemi ai cittadini nella scelta del nuovo professionista a cui affidarsi. Problemi non da poco considerando che la popolazione del piccolo borgo affacciato sul lago di Varese è composta per circa l’80% da ultrasessantenni. Per molti di loro percorrere diversi chilometri prima di raggiungere l’ambulatorio è un disagio. Per questo dalla comunità è partita l’idea di promuovere una raccolta firme, invocando la risoluzione della vicenda in tempi brevi.
Il Comune si è già mosso, incontrando Regione Lombardia e Ats, per affrontare lo scoglio della legge nazionale che impone il passaggio da un bando pubblico per la selezione dei nuovi medici i quali, in occasione dell’ultimo concorso relativo al distretto socio sanitario di cui fa parte Bodio, hanno scelto altre sistemazioni, optando soprattutto per la zona di Varese centro. «Dal confronto con il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali della Lombardia, Emanuele Monti, e con i vertici di Ats Insubria, sono emerse due proposte - spiega il sindaco Eleonora Paolelli - la prima è temporanea e consiste in una deroga per spostare i confini del nostro ambito di cure primarie, affinché i cittadini possano rivolgersi a un medico vicino a casa loro. La seconda, a lungo termine, consentirebbe al Comune di Bodio, così come a quelli di Inarzo, Cazzago Brabbia e Casale Litta di passare al distretto sanitario di Azzate, per un potenziamento generale della sanità del territorio e per offrire a tutti i cittadini la possibilità di scegliere in modo comodo il proprio medico».
AMBULATORIO SCOPERTO
Nel frattempo però l’ambulatorio di Bodio è rimasto scoperto e i cittadini più anziani, così come quelli con più difficoltà a spostarsi autonomamente, si vedono costretti a cambiare le proprie abitudini anche solo per ritirare una ricetta. Una criticità che da sola basta a identificare come ulteriore obiettivo primario, per l’amministrazione, quello di riportare un medico di medicina generale in paese. La questione, inoltre, è connessa al tema della riforma della sanità lombarda, che prevede tra i suoi punti chiave il passaggio a una maggiore efficienza del medico di base, un ruolo ancora troppo dipendente da incombenze quotidiane riguardanti più la burocrazia che l’assistenza del paziente.
CASE DI COMUNITA’
Con la realizzazione sul territorio di quelle strutture che nel testo della riforma sono indicate alla voce “case di comunità”, la politica regionale cercherà di promuovere il lavoro in forma associata dei medici di base, al fianco di infermieri, tecnici e personale di segreteria, figure che dovranno favorire il ritorno al rapporto diretto con gli assistiti. Uno di questi nuovi presidi, stando alle indicazioni, sorgerà ad Azzate. Una manciata di chilometri da Bodio.
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