IL LUTTO
Addio a Chiaranda, rianimatore d’eccellenza
Il professore s’è spento a 68 anni. I suoi colleghi: «Sorpresi e rattristati»

Si è spento oggi, mercoledì 20 giugno, all’età di 68 anni, dopo una lunga malattia, il professor Maurizio Chiaranda, ordinario di Anestesiologia e Rianimazione del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, dell’Università degli Studi dell’Insubria. Veneziano d’origine, ma varesino di adozione, il professor Chiaranda era all’Università degli Studi dell’Insubria fin dalla sua istituzione nel 1998.
Docente di Anestesiologia ed Emergenze Medico Chirurgiche e Infermieristica in area critica dei vari corsi di laurea in cui è stato docente, a partire dal corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, il professor Chiaranda ha focalizzato le ricerche per tutta la sua carriera nell’ambito dell’anestesiologia, e in particolare delle tecniche di ventilazione artificiale, del monitoraggio emodinamico nel paziente critico, dell’informatica applicata alla medicina; delle emergenze medico-chirurgiche: queste ultime oggetto di un corso integrato svolto dal docente.
Chiaranda era Direttore dell’Unità operativa in Anestesia e Rianimazione Cardiologica dell’Asst Sette Laghi e Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore dell’Università degli Studi dell’Insubria.
UN TALENTO PRECOCE
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973 e specializzato in Anestesia e Rianimazione e Tossicologia medica all’Università di Padova, Chiaranda ha iniziato la carriera ospedaliera all’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione con periodi di formazione in Francia e negli Stati Uniti. Distintosi per competenza e intuizioni di altissimo profilo medico, da professore straordinario di Anestesia generale e speciale odontostomatologica all’Università di Ferrara (1986-89), divenne ordinario di Anestesiologia e Rianimazione a Varese presso la II Facoltà medica dell’Università di Pavia (1989-98), quindi all’Università dell’Insubria, dove tra l’altro ricoprì il ruolo di presidente del corso di laurea in Infermieristica.
Chiaranda è stato anche autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e di numerose monografie prevalentemente sulle tecniche di valutazione, monitoraggio e trattamento degli squilibri cardiorespiratori e metabolici del paziente critico.
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
Da medico anestesista, Chiaranda conosceva il valore della prevenzione e così aveva dedicato molto del suo intenso lavoro nell’opera di diffusione della cultura dell’emergenza, tanto che si potrebbe affermare che sia stata stata la sua missione.
Moltissimi sono gli studenti e gli allievi delle Scuole di Specialità che hanno appreso grazie a Lui le manovre salva-vita da applicare in condizioni di emergenza.
IL RICORDO DEI COLLEGHI
Toccante il ricordo di due illustri colleghi di Chiaranda, ovvero Paolo Severgnini , professore associato di Anestesia e Rianimazione all’Insubria, e Giulio Minoja, direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’Asst Settelaghi di Varese.
Lo abbiamo conosciuto nel 1989 - scrivono -, quale docente proveniente dalle Università di Padova e di Ferrara, nominato a soli 41 anni Professore Ordinario di Anestesia e Rianimazione presso l’Università di Pavia che aveva sede anche a Varese, e incaricato della responsabilità come Primario del Servizio B di Anestesia e Rianimazione presso l’Ospedale di Circolo di Varese.
Ha mostrato da subito vivacissima intelligenza e vaste conoscenze, particolarmente avanzate nel campo della emodinamica e delle modalità di assistenza ventilatoria per le patologie polmonari più gravi.
Ha concentrato grande interesse per ricerca e insegnamento, coniugando con queste le competenze di medico intensivista, riconosciute da tutti noi, al letto del paziente.
Dopo i primi anni maggiormente dedicati alle attività di reparto, ha via via privilegiato i compiti di insegnamento, attraverso il quale ha formato e motivato decine di studenti e specializzandi, coinvolti fino all’ultimo dalle sue appassionate lezioni.
Ha sviluppato un interesse specifico per l’Emergenza, che gli ha fatto produrre importanti libri di testo utili a tutti i medici coinvolti nell’assistenza sul territorio, nelle strutture di Pronto Soccorso e all’interno degli Ospedali.
Ha percorso con passione e a grande velocità la vita di medico, di docente e anche quella di uomo. Per questo ci troviamo a dover realizzare la sua scomparsa, sorpresi e rattristati.
Così lo ricorda una nostra Collega, sua allieva:
La nuvola di fumo, l’accento improbabile, le contraddizioni, le sparizioni, i colpi di puro genio, le date degli esami mobili, le battute fulminanti, le lezioni che ti facevano scoprire che sei un rianimatore dentro. E via che andiamo. Buon viaggio Prof, lei mi ha cambiato la vita.
Una delle sue “tose”.
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