IL LUTTO
Addio a Rosalina Neri
Aveva 96 anni: da “Marilyn Monroe di Arcisate” ai trionfi internazionali

La chiamavano la Marilyn Monroe di Arcisate ma non è stata la somiglianza con la diva americana a farle fare carriera. Il trionfo da attrice e cantante, al Piccolo Teatro di Milano come alla BBC, Rosalina Neri se l’era guadagnato sul campo. Se ne è andata a 96 anni, nella sua casa di Milano, una delle padrone di scena.
IL RAPPORTO COL VARESOTTO
Conosciuta a livello internazionale, esibendosi, tra l’altro in Francia, in Germania e negli Usa, ha sempre mantenuto un rapporto stretto con il nostro territorio. Tenendo la casa nella natia Arcisate e accettando con entusiasmo l’invito a inaugurare il Teatrino di via Sacco intitolato a Gianni Santuccio, suo compagno di palco. Quel palco che ha conosciuto presto e che ha salutato tardi. «Due anni fa - ricorda al contempo con dolore e tenerezza la figlia Angela - aveva recitato in Arsenico e vecchi merletti, un classico che l’aveva sempre divertita molto».
Diretta nell’occasione da Geppy Gleijeses, l’ultimo dei tanti registi incontrati. Non faceva certo mistero della sua preferenza per Filippo Crivelli, per la lirica, e per Giorgio Strehler per la prosa. Per il Maestro ha recitato in La grande magia, di Eduardo De Filippo, Il campiello, di Carlo Goldoni, L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht, autore poi ritrovato con L’opera da tre soldi. Ogni Natale regalava a Strehler un tacchino farcito da lei cucinato. Con un innato senso dell’ospitalità - come dimostrato ampiamente anche ad Arcisate - e un gran piacere nello stare ai fornelli, Rosalina Neri era una garanzia per Dino Buzzati che, spesso, uscendo dalla redazione del Corriere della Sera, passava da lei sicuro di trovare almeno due uova al burro fatte come Dio comanda. L’invito a cena, giusto ricordarlo, era valido anche per gli amici varesini, giornalisti compresi. A parte il grande drammaturgo tedesco, interpretato anche in Le nozze dei piccolo borghesi, le erano cari autori come Carlo Emilio Gadda (Adalgisa per Umberto Simonetta) e Giovanni Testori (Promessi sposi alla prova per Andrèe Ruth Shammah).
IL PRIMO AMORE E LE ORIGINI
«Il primo amore è stato il canto, la lirica. Ho studiato a Venezia con Toti Dal Monte», diceva sottolineando di avere fatto tanti mestieri per mantenersi.
Figlia di un muratore, come ricordava con orgoglio, conquistò il mondo e un miliardario inglese, Jack Hylton, padre di Angela.
Non era però donna da adagiarsi sulle sterline e neppure, benché potesse vantare all’attivo un Rosalina Neri show trasmesso dalla tv inglese una volta alla settimana per due anni, e film con Marco Ferreri (La casa del sorriso) da atteggiarsi a star inarrivabile. Non ha esitato ad accettare piccole parti se il progetto la convinceva. Tra i suoi regali le apparizioni in Tre uomini e una gamba e in Tutti gli uomini del deficiente.
Sulla sua strada ha spesso incontrato altri varesini illustri, a cominciare da Giancarlo Menotti da Cadegliano Viconago che la volle in La zitella e il ladro - Opera grottesca in un atto e quattordici atti per finire con Salvatore Nocita, altro arcisatese, che la chiamò a interpretare Perpetua nella seconda versione Rai de I promessi sposi.
LA BELLEZZA
A chi le chiedeva quanto contasse la bellezza per un’attrice, rispondeva serenamente: «Meno di quanto si immagini. Franca Rame era considerata la Rita Hayworth italiana, io la Marilyn Monroe. Fortunatamente per entrambe, abbiamo dimostrato di essere qualcosa di molto diverso e di più significativo di semplici sosia».
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