ROMA
Aderenza terapeutica, solo metà dei pazienti segue prescrizioni
(ANSA) - ROMA, 02 DIC - Solo la metà dei cittadini segue le
terapie in modo costante ed appropriato. L'altra metà si divide
fra chi le salta raramente (35,6%) e chi occasionalmente
(11,5%). Un residuo 1,5% non le segue con alcuna costanza. Lo
rileva la "Indagine civica sull'aderenza terapeutica: un piano
d'azione comune", presentata da Cittadinanzattiva, condotta su
un totale di 547 fra pazienti e presidenti di associazioni di
pazienti e 2228 professionisti sanitari. Il profilo dei pazienti
"non aderenti" è rappresentato principalmente da persone fragili
e anziane, con basso livello socio-culturale, spesso sole o
comunque con scarso supporto familiare. A pesare sulla non
aderenza contribuisce molto anche la comorbidità, ossia la
presenza di due o più patologie. "L'aderenza terapeutica è un
fenomeno complesso e, in quanto tale, necessita di interventi
personalizzati e allo stesso tempo strutturali per garantire
l'efficacia delle cure. Interventi che consentirebbero di
contenere le spese economiche derivanti dalla scarsa aderenza
alle terapie, stimate in circa 2 miliardi di euro l'anno per il
Servizio Sanitario Nazionale - spiega Anna Lisa Mandorino,
Segretaria generale di Cittadinanzattiva - Quanto e come il
cittadino segua con costanza le terapie, è condizionato da
fattori di carattere anagrafico, sociale, economico, di stili di
vita, e dunque, accanto ad interventi di sistema finalizzati a
integrare un modello di rete coordinato, di prossimità,
supportato da strumenti digitali e capacità organizzativi,
occorre puntare molto sul tempo che i professionisti possono
dedicare al paziente e ai suoi caregiver". Fra le motivazioni
che portano a non seguire la terapia prevalgono, a detta dei
pazienti, aspetti psicologici e percettivi: il (28,3%) soffre la
sensazione di dipendenza dal farmaco, mentre la pigrizia o
mancanza di motivazione (20,8%) e la percezione di non essere in
pericolo reale (20,2%) contribuiscono a una riduzione
dell'aderenza. Fra le priorità indicate dai Presidenti delle
Associazioni, per una maggiore aderenza terapeutica, emerge il
rafforzamento della comunicazione medico-paziente (22%), il
coinvolgimento strutturato delle Associazioni nei percorsi
assistenziali (18%), la necessità di educazione terapeutica e
informazione capillare (16%), il bisogno di formazione e
supporto ai caregiver e ai volontari (12%), riconosciuti come
attori centrali nei percorsi di aderenza. I pazienti chiedono un
supporto personalizzato, che combini: una relazione più stretta
e continua con il medico; strumenti concreti per la gestione
quotidiana; un accompagnamento relazionale non necessariamente
clinico. (ANSA).
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