LA TRAGEDIA
Il piccolo Adam: «Aspetto la mamma»
Il figlio di nove anni scampato alla morte non riesce ad accettare l’accaduto
«Abbiamo dovuto dire ad Adam che la sua mamma, il suo fratellino e la sorellina sono morti. Ma non lo accetta: aspetta che tornino dall’ospedale. Ne è convinto»: è commosso e non si dà pace Nadir Abdessamd, la guida spirituale della comunità islamica di Oggiona Santo Stefano che la famiglia Hannach frequentava.
«Siamo molto preoccupati per Adam, mi scendono le lacrime di fronte a tanto dolore. E ci rendiamo conto che è necessario aiutarlo. Gli ho parlato tanto, cercando di dargli conforto e affetto. Mi si è stretto il cuore quando mi ha detto: “Mia mamma tornerà a casa insieme ai miei fratellini. E appena saranno dentro io li chiuderò in casa per tenerli al sicuro”. Per noi adulti è un dolore enorme vedere lo strazio del bambino. Avrà bisogno di un aiuto psicologico e di tanto amore. Tutti noi fratelli e sorelle ci siamo stretti attorno a lui e al padre Noureddine».
Padre che, a sua volta, mette il futuro del figlio al primo posto in un momento così tragico: «Sto male. Ma devo pensare a mio figlio Adam: lui ha visto la tragedia», ha detto l’uomo che è impegnato a organizzare il trasporto delle salme di moglie e figli a Casablanca.
Il presidente dell’associazione culturale islamica aggiunge: «Non possiamo neppure immaginare cosa stia provando e cosa abbia recepito questo piccolo che in pochi istanti ha visto la madre sotto un cumulo di macerie».
Nadir Abdessamd ribadisce: «È come se fossimo parenti, tutti proviamo vuoto e dolore. Abbiamo una grande fede che ci aiuta ad accettare. Questo non porta via dolore e dispiacere, abbiamo necessità di avere risposte e giustizia».
Un altro tema importante per la guida spirituale è legato al funerale: «Abbiamo scritto una lettera al ministro in Marocco affinché dia il permesso di far rientrare le salme e la famiglia. Il Paese è ancora in lockdown e lo sarà almeno fino al 15 luglio».
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