LIETO FINE
Minilepre salva nonostante i no
Trovata ferita dopo l’assalto di un rapace, le istituzioni di tutela la rifiutano. Ci pensa Zampe Felici: ora sta bene ed è stata adottata

Una comunità che si conferma essere porto sicuro per gli animali. Grazie anche al bel gesto di una residente della frazione Valdarno, che ha raccolto un cucciolo di minilepre ferito e grazie alla collaborazione dell’assessore alla Tutela e benessere degli animali, Cinzia Trombino, Albizzate è stata coinvolta nel tentativo di prestare le prime cure al piccolo animaletto selvatico che presentava ferite sul corpicino e in particolare una vistosa lacerazione nella parte addominale.
Dopo infruttuose richieste di intervento alle istituzioni preposte al recupero degli animali selvatici feriti, Nucleo faunistico della Provincia di Varese e Centro raccolta animali selvatici Wwf Vanzago, l’associazione Zampe Felici ha deciso di ricoverare a spese proprie l’esemplare in una clinica per le prime necessarie cure.
Nello specifico, dopo sedazione, alla minilepre sono stati applicati cinque punti per suturare la ferita addominale, inoltre le sono stati somministrati antibiotico e antidolorifico. Dopo una notte di degenza è stata dimessa e ora è in sicurezza nella casa dell’albizzatese che l’ha raccolta inizialmente.
Lieto fine, ma non per questo si dimentica il problema. Che, come spiega Emilia Farè, la presidente dell’associazione, è il comportamento di chi avrebbe dovuto fornire assistenza in prima battuta. «Quanto ci è capitato, una giornata che dire allucinante è riduttivo, ha purtroppo messo in evidenza la carenza di intervento delle strutture istituzionali preposte da una normativa alla tutela e al benessere degli animali selvatici», rimarca. «Hanno rifiutato il ricovero del cucciolo ferito senza darci nessuna spiegazione. Intuisco che le minilepri non abbiano il diritto di essere assistite».
Non si ferma qui la disanima di una delle anime di Zampe Felici. Aggiunge Farè: «Perché succede questo? Probabilmente per questioni economiche. Pare che come al solito non ci siano soldi e quei pochi a disposizione non vengono certamente destinati per certe categorie di animali selvatici. Inoltre viene posta scarsa attenzione al problema. Nessuna programmazione per la tutela che determina, così, una girandola di deleghe e passaggi di palla tra i vari soggetti».
L’associazione spiega come sia stato segnalato che uno dei problemi è dovuto al fatto che durante i weekend è quasi impossibile coinvolgere il personale delle strutture previste. «Così non va bene. Non ci siamo. Una società civile si vede anche da queste piccole cose».
Intanto Albizzate, grazie all’impegno di Zampe Felici ha compiuto l’ennesima opera di sensibilità notevole nei confronti di un piccolo esserino indifeso. «Cosa dovevamo fare?», conclude Farè. «Abbiamo agito secondo il buon senso e lo spirito che anima una associazione animalista: tutelare il benessere degli animali. E qui voglio ringraziare la nostra concittadina che ha raccolto il piccolo cucciolo e ci ha successivamente coinvolto».
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