La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.

La rapina in casa ai danni di un’anziana, 82 anni, colpita con un pugno alla testa. Il furto di una bicicletta alle quattro del mattino e poi il tentato furto all’interno di un’auto alle cinque del pomeriggio dello stesso giorno: vittima la stessa famiglia.

Uno scippo in stazione, con un’altra donna trascinata a terra e ferita a una mano e ad una gamba. La rapina ai danni di un lattaio impegnato nelle consegne, picchiato anche lui per le poche cose che aveva sul furgone. E poi diversi furti e tentati furti ai danni di esercizi commerciali della cittadina. Tutto nell’arco di una settimana.

Che cosa sta succedendo a Venegono Superiore? «Quando mi sono trasferito qui, tre anni fa, pensavo che fosse il posto più tranquillo del mondo, ma da qualche tempo non è più così - racconta la vittima della doppia incursione, notturna e pomeridiana -. Accompagno mia moglie quando va a prendere il treno al mattino e vado a prenderla la sera. Tanti hanno paura. Bisogna fare assolutamente qualcosa».

Sbagliato generalizzare, ma è un dato di fatto che ladri e rapinatori nella maggior parte di queste storie di micro e macrocriminalità in sequenza sono stranieri, africani e in particolare magrebini, secondo vittime e testimoni. E molti ritengono che sia diventato un loro «covo» lo stabilimento Alfatherm abbandonato. L’ipotesi è che tramite la ferrovia arrivino a Venegono Superiore soggetti poco raccomandabili che hanno come meta i boschi vicini per l’acquisto di stupefacenti. E che le violenze avvengano, con notevole spregiudicatezza, perché questi soggetti hanno bisogno di soldi per la droga.

L’episodio più grave è quello avvenuto una settimana fa. Ignoti hanno sfondato la porta d’ingresso e una interna a casa di una invalida di 82 anni, in uno stabile di proprietà comunale. Non è chiaro quale sia stato il bottino dell’assalto, ma l’anziana è stata colpita alla testa con un pugno ed è finita in ospedale.

Paolo Grosso

© Riproduzione Riservata