LA POLEMICA
AlpTransit: l’eterna attesa delle vittime
Ok al tunnel: «Ma gli indennizzi per le nostre case?»

L’unica certezza che hanno è che dovranno lasciare le loro case per far posto al sottopasso. Ma non sanno ancora quando succederà, né quanto saranno valutate le loro proprietà.
Ora, però, qualcosa sembra muoversi, dopo mesi, anni, di attesa. Nelle scorse settimane, infatti, dalla conferenza dei servizi è arrivato il via libera al progetto del tunnel: ottenute le autorizzazioni, il prossimo passo sarà quello dello stanziamento del primo acconto alle famiglie, le “vittime” di AlpTransit, che dovranno trovarsi, nel giro di un anno, una nuova sistemazione.
Dal 2017 gli abitanti del palazzo al civico 37 di via Ceretti sanno che il loro immobile sarà abbattuto perché in quell’area sarà costruito il sottopasso che, con la chiusura del passaggio a livello della provinciale, accoglierà tutto il traffico in entrata e uscita da Laveno.
Un fulmine a ciel sereno per la maggior parte di loro, che nell’acquisto e nella ristrutturazione di quegli alloggi ha investito i risparmi di una vita. Un sacrificio per il quale Rfi ha messo sul piatto, a titolo di risarcimento, circa due milioni e trecentomila euro, da spartire fra una ventina di proprietari.
Per una media di 115mila euro a famiglia. I sopralluoghi per le stime degli alloggi e dei terreni sono stati fatti l’autunno scorso ma al momento non sono ancora arrivate proposte economiche. «Intanto il tempo passa e noi perdiamo occasioni per trovare un’alternativa», dice un residente. Il quale sottolinea che i prezzi di mercato in quella zona centrale di Laveno sono lievitati negli ultimi anni e quindi difficilmente i soldi dell’indennizzo saranno sufficienti per trovare una nuova casa nelle vicinanze.
I tecnici del settore Viabilità della Provincia - consapevoli che il caso di Laveno è davvero unico e che i tempi (pur se dettati dalle leggi) sono oggettivamente lunghi - spiegano che il progetto definitivo del tunnel è già pronto, l’approvazione è imminente, così come la dichiarazione di pubblica utilità, atto che consentirà a Villa Recalcati di proporre gli accordi ai proprietari.
Accordi nei quali, precisano dalla Provincia, sarà indicata con precisione la data di liquidazione effettiva dei rimborsi.
Per questo progetto la Provincia utilizza fondi di Rfi e all’indomani della chiusura delle riunioni finalizzate a ottenere tutti i permessi, è stata inoltrata a Rete Ferroviaria Italiana la richiesta di erogazione dei 2,3 milioni. Villa Recalcati è quindi in attesa di una risposta dal parte di Rfi che indichi la data per lo stanziamento dei soldi alla Provincia.
A quel punto potranno essere siglati gli accordi di cessione bonaria con i proprietari di case e terreni da espropriare. E solo allora i proprietari “sfrattati” otterranno gli acconti (il 90% della somma stabilita) e sapranno se il risarcimento basterà a comprare una casa in zona o se dovranno accontentarsi di un alloggio in affitto. Il passo successivo sarà l’adozione del progetto esecutivo, per arrivare nel 2019 all’appalto dei lavori. Entro ottobre dell’anno prossimo gli enti pubblici dovranno avere la disponibilità degli immobili.
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