L’ALLARME
Arona, la siccità prosciuga i Lagoni
Il parco, culla della civiltà palafitticola del Nord Italia, è ormai trasformato in un acquitrino

L’allarme siccità colpisce anche il Parco dei Lagoni : l’area naturale protetta dal 1980 e sito Unesco dal 2011, culla della civiltà palafitticola del Nord Italia, rischia di diventare il Parco degli “Ex Lagoni”.
Risulta drammatica la situazione del più grande dei laghi del parco detto Lagone, meta di turisti e di appassionati nella natura, che ha perso già quasi il 50 per cento del suo bacino idrico. Dove fino a pochi mesi fa c’era l’acqua, ora si trovano solo sterpaglie e fanghiglia e anche la fauna si è assottigliata. «E’ la riprova dei cambiamenti climatici anche nel nostro territorio – spiega Roberto Signorelli, vicepresidente del Circolo di Legambiente Basso Lago Maggiore».
I Lagoni, fino a pochi anni orsono, erano la meta invernale dei pattinatori in quanto, da dicembre a febbraio, erano coperti da una spessa coltre di ghiaccio. Già da qualche tempo, però, a causa dell’inverno più mite, non si formava più la coltre bianca, ma restavano le piogge ad alimentare l’area. Ora la perdurante siccità ed il caldo anomalo di questi giorni (il 22 marzo si sono registrati 24 gradi alle 16) ha reso il Lagone un acquitrino, mentre i “fratelli” più piccoli, che costellavano la zona umida del sito, sono già spariti, come pure i corsi d’acqua che lo alimentavano. Il sito del Lagone di Mercurago, oggi all’interno dell’area protetta dei “Lagoni”, è annoverato tra i 19 siti di palafitte italiani (e gli oltre 100 di tutta la rete, che comprende anche Francia, Svizzera, Austria, Germania e Slovenia), e riveste tra questi un primato: è infatti il primo sito di questo genere scoperto in Italia, fin dal 1860 grazie alle indagini condotte dal geologo torinese Bartolomeo Gastaldi, che recuperò anche dei reperti preistorici tra cui una ruota in legno il cui calco in gesso è custodito al Museo dell’Antichità di Torino, così come altri reperti neolitici e romani trovati nella necropoli presente nel parco. I pali superstiti della palafitta, scoperti nell’Ottocento, sono stati oggetto di indagini anche negli anni ‘90 del secolo scorso, quando sono stati segnalati con boe galleggianti.
Diversa la situazione nel lago del Parco Faunistico della Torbiera di Agrate Conturbia. «Qui ci sono state piogge copiose alcune notti fa che hanno preservato la riserva idrica a livelli dignitosi» spiegano dalla direzione del parco in cui vi sono volatili di varie specie.
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