CHIUDE LA FABBRICA
Barry Callebaut, accordo sui licenziamenti
I sindacati: «Le buonuscite tutelano le famiglie degli 86 lavoratori»

Dopo cinque giorni di sciopero e un presidio di protesta davanti alla sede dell’Unione Industriali, nel pomeriggio di oggi, giovedì 7 febbraio, è stato finalmente raggiunto l’accordo per la gestione del licenziamento collettivo dei lavoratori di Barry Callebaut.
La fabbrica che produce lavorati di cioccolato per l’industria dolciaria chiuderà infatti a giugno, come deciso dalla multinazionale svizzera. La settimana scorsa l’incontro di Villa Pariani si era chiuso con una rottura delle trattative a causa delle offerte da parte dell’azienda sulle buonuscite degli 86 dipendenti assunti a tempo indeterminato, ritenute «irricevibili» da Cisl e Rsu aziendali. Oggi invece l’intesa è stata raggiunta, con il via libera dei lavoratori riuniti in assemblea.
«I contenuti dell’accordo sono ancora riservati perché dovranno passare il vaglio della Regione Piemonte - dice il segretario della Fai Cisl Piemonte Emilio Capacchione - ma le buonuscite tutelano la situazione previdenziale e i nuclei familiari. Ci sono dipendenti che hanno figli piccoli e famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano nello stabilimento; per loro ci sarà un trattamento particolare». Un accordo che, sottolinea Capacchione, è migliorativo anche rispetto ad altri sottoscritti da Barry Callebaut in altre località.
Una settimana di sciopero ha creato “scossoni” nel mercato, fanno sapere i sindacati, con aziende che attendevano gli ordini, a riprova, secondo i rappresentanti dei lavoratori, del fatto che lo stabilimento di Verbania aveva i numeri per lavorare a pieno ritmo e continuare a produrre.
Ora la speranza è nella possibilità di vendita della fabbrica e quindi di salvare i posti di lavoro. I rappresentanti di un’azienda interessata verranno martedì 11 febbraio a visitare il sito.
© Riproduzione Riservata