L’INTERVISTA
«OJM, fiducia». Parola di Bulgheroni
Analisi tranquillizzante del consigliere delegato all’area tecnica dopo l’esperienza in chiaroscuro della Supercoppa

Toto Bulgheroni infonde serenità e fiducia nell’ambiente biancorosso alla vigilia del via della stagione 2021/22. Il consigliere delegato all’area tecnica guarda avanti verso un futuro improntato verso la crescita - economica e di conseguenza delle ambizioni - per una Openjobmetis al lavoro per aggiungere forze nuove, a partire da Luis Scola, per l’auspicato salto di qualità. «La ricetta è sempre la stessa: tempo, pazienza e lavoro. La qualità degli allenamenti di Adriano Vertemati è assolutamente una garanzia, la pazienza non ci manca, dunque non mi fascio la testa per qualche fisiologico problema di messa a punto. Il coach sta lavorando per mettere insieme giocatori che hanno personalità e caratteristiche diverse, ora la squadra potrà allenarsi con continuità e sono certo che i frutti arriveranno».
Solo una fisiologica questione di messa a punto acuita dall’assenza di Kell?
«Il basket è un gioco semplice: bisogna segnare un canestro di più o subirne uno in meno. E in questo senso ci sono alcuni principi: il talento offensivo non si può insegnare ma si può allenare, mentre la difesa si può insegnare ed allenare. Il coach sta operando su questi concetti; chiaro che ci è mancato il playmaker, ossia l’equilibratore del sistema, ma il suo ritorno in gruppo è imminente in vista dell’esordio contro un’avversaria di valore come Brescia».
Quali risposte hanno dato i singoli in queste prime gare di preparazione?
«Al di là della certezza Gentile, Jones è più avanti di quello che ci aspettavano, quello più indietro in questo momento è Egbunu che deve entrare nei meccanismi di squadra relativi alla difesa. Ma in funzione delle indicazioni della Supercoppa, il coach potrà lavorare specificamente su questi dettagli. In ogni caso la squadra ha buone alternative: Wilson, quando è stato coinvolto nei meccanismi, ha dato risposte confortanti. Sorokas è un elemento di garanzia, mentre Ferrero ha ribadito la sua importanza nell’etica del lavoro quotidiano fungendo sempre da esempio per tutti».
Come giudica l’impatto di coach Vertemati?
«Adriano mi piace molto, perché, al di là della preparazione tecnica, è capace di instaurare un ottimo rapporto con i ragazzi, trasudando credibilità in ogni dettaglio a partire dal body language. Inoltre mi pare un ottimo lavoratore e credo possa sistemare quei dettagli da mettere a punto. Ho molta fiducia in lui, sebbene ho visto molte squadre che mi hanno fatto una certa impressione...».
A proposito di avversarie: nonostante gli sforzi estivi con un piccolo aumento del budget, la sensazione è che la serie A 2021/22 presenti un livello ancor più competitivo del passato.
«Se per fare due esempi avessimo noi Logan e Bendzius, spendendo circa 300mila euro in più per il monte stipendi netto rispetto a quello attuale, potremmo toglierci anche noi belle soddisfazioni. Per una Varese più ambiziosa non servono decine di milioni in più, alzare l’asticella verso i playoff vale centinaia di migliaia di euro. L’auspicio di tutti per la stagione al via è scacciare il più in fretta possibile lo spettro della retrocessione e mettere le basi per costruire una Varese che possa insediarsi regolarmente nel giro playoff».
Può essere Luis Scola la figura che garantisce il salto di qualità?
«Ci stiamo parlando assiduamente: la sua disponibilità a darci una mano è stata ribadita, ma non vogliamo affrettare i tempi né tirarlo per la giacca. Conosco l’uomo e ho fiducia nelle sue capacità: ha il vantaggio di aver già conosciuto il meccanismo dall’interno, chiaro che dovrà calarsi da una mentalità da giocatore a quella da dirigente, ma non entrerà certo in società con la mazza da baseball. Situazioni che potranno evolvere in funzione della forza economica che potremo avere».
Per una Varese più forte è questione di danari, di progetti o entrambe le cose?
«Per determinati traguardi contano anche e soprattutto le risorse economiche. Però le buone idee attirano le risorse: ricordo l’esperienza personale della nascita della Liuc. Era un momento difficile sul piano congiunturale, ma l’idea è piaciuta talmente tanto che gli imprenditori ci hanno creduto trasformandola in una realtà di valore assoluto. Mutatis mutandis, noi dobbiamo preparare un buon progetto immaginando un futuro migliore e lavorare con le persone che ci credono per realizzarlo».
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