LAVORO
Beko, tre ore di incontro a Roma
Il primo tavolo di monitoraggio sulla vertenza al Mimit tra azienda e sindacati. Luci e ombre sul futuro dell’ex Whirlpool
Oltre tre ore di incontro a Roma per il tavolo di monitoraggio sulla vertenza Beko Europe che si era chiusa con un accordo tra istituzioni-multinazionale e parti sociali il 14 aprile scorso. Proprio secondo quell’accordo, sono previsti i tavoli di monitoraggio a cadenza semestrale.
IL TAVOLO D’INCONTRO
Il primo di questi si è svolto nel pomeriggio di lunedì 17 novembre nella Sala Parlamentino del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Presenti anche i sindacati dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno. Al centro del confronto – presieduto dal sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto – lo stato produttivo degli impianti, i trend di mercato e il progresso del piano industriale previsto dall’intesa finalizzato a sostenere il rilancio e lo sviluppo degli stabilimenti di Cassinetta, Melano, Carinaro, Comunanza, Siena e Fabriano. «Prosegue incessante il lavoro per salvaguardare la produzione e i livelli occupazionali degli stabilimenti Beko in Italia. Rileviamo che sono stati fatti passi avanti rispetto allo stato di attuazione dell’accordo, siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare e ci aspettiamo che Beko sia conseguente a tutti gli accordi presi, in considerazione del fatto che le istituzioni hanno fatto la loro parte», ha dichiarato Bergamotto.
LA SITUAZIONE
«Durante l’incontro – spiega il Mimit in una nota –, i vertici di Beko Europe hanno illustrato lo stato di avanzamento del Piano Italia 2025-2027 da 300 milioni di euro, precisando che gli investimenti complessivi raggiungeranno i 49 milioni di euro entro la fine del 2025, con l’obiettivo di rendere più efficiente la produzione, ammodernare gli impianti, introdurre nuovi prodotti e rafforzare le funzioni regionali. L’azienda ha altresì confermato l’intenzione di realizzare tutti gli investimenti programmati, sottolineando che i principali nuovi prodotti sono già in produzione o prossimi al lancio. Sul fronte occupazionale oltre la metà degli esuberi ha accettato un’uscita incentivata secondo quanto concordato in sede ministeriale ad aprile, mentre circa 280 lavoratori invece stanno usufruendo degli ammortizzatori sociali».
© Riproduzione Riservata


